Bertinotti: “Legalizzare la cannabis e sperimentare le stanze del buco”

Sì alla legalizzazione delle droghe leggere. E si alla sperimentazione delle "stanze del buco", come avviene già in alcuni paesi europei. Fausto Bertinotti rilancia le proposte anti-proibizioniste, e attacca anche su questo fronte il Pd che, stretto fra i radicali e la Binetti, «non dice nulla sul tema delle droghe per paura dei contrasti al proprio interno». Ne aveva però parlato, due giorni fa. Massimo D’Alema, favorevole a reintrodurre una distinzione fra droghe leggere e pesanti, e quindi a modificare la Fini-Giovanardi, suscitando l’immediata reazione del centrodestra. Anche il presidente della Camera, in un’intervista all’Ansa, è per cancellare la legge attuale e si spinge più avanti pronunciandosi con chiarezza per la legalizzazione della cannabis, per impedire che «droghe leggere e pesanti costituiscano uno stesso mercato esponendo così i giovani a maggiori rischi». Il candidato premier della Sinistra arcobaleno vorrebbe allo stesso tempo uno stop alla pubblicità «per qualsiasi sostanza nociva legale», soprattutto alcol e sigarette.

Ma Bertinotti soprattutto apre sulle cosiddette "stanze del buco", dove i tossicodipendenti possono assumere droga in un ambiente protetto e sotto il controllo dei medici. «Non dico di fare come in Olanda ma almeno come in Belgio e Spagna». Si possono sperimentare anche in Italia, dice dunque il presidente della Camera, riprendendo la proposta appoggiata qualche tempo fa dal ministro del suo stesso partito Paolo Ferrerò. Fra le proteste, allora, non solo del centrodestra ma anche di una parte dell’Unione, che con il ministro Bindi ne aveva subito preso le distanze («Le stanze del buco non fanno parte del programma del centrosinistra»). Il candidato premier della Sa, sciolto qualunque vincolo con la vecchia Unione, ci riprova. «In Europa – osserva – le "stanze del buco" sono state aperte da decenni da governi di destra e sinistra, e sono riuscite a contenere morti e malattie infettive». Anche in Italia dunque è arrivato il momento di provare questa «forma di assistenza», senza per questo «oscurare la drammaticità del fenomeno ma valutarlo sulla base dell’evidenza scientifica». La stessa Croce rossa internazionale, ricorda, su questi temi si è recentemente espressa «valutando positivamente le politiche di riduzione del danno». Su questo terreno vince la cultura proibizionista, «al silenzio del Pd fa da contraltare l’atteggiamento demagogico della destra».

E si apre subito una polemica con i radicali, visto che la segretaria Rita Bernardini se la prende con Paolo Ferrero, ministro competente per "materia", la Solidarietà sociale. «Lui e gli altri del Prc attaccano tanto i cattivoni delPd che non hanno permesso l’abrogazione della Fini-Giovanardi. Ma il ministro dov’era? Non mi risulta che abbia battuto i pugni sul tavolo». Replica di Ferrero: la Bernardini è proprio male informata, è stata la maggioranza del governo che ha scelto di non mettere mano alla «terribile» legge sulle droghe, «non sostenendo mai le proposte da me elaborate insieme al ministro della Sanità Livia Turco».