Ben detto, professor Boncinelli

La genetica non è onnipotente e sulle staminali embrionali troppe illusioni

Si alimentano troppe illusioni e si spendono troppe parole sulle potenzialità delle cellule staminali embrionali e non, anche a proposito di malattie che “nemmeno tra cento anni potranno essere trattate” attraverso quella strada terapeutica. Lo ha dichiarato il genetista Edoardo Boncinelli, nel corso di un convegno dedicato al ‘”ruolo del clinico nell’era della terapia genetica e delle cellule staminali”, all’Università Statale di Milano. Quel giudizio, che arriva da un personaggio al di sopra di ogni sospetto di pregiudizio antiscientifico, è stato espresso con una chiarezza che sarebbe stata assai benvenuta anche in epoca di campagna contro la legge 40, quando molti esponenti del mondo della ricerca cantavano convinti nel coro di chi accusava il fronte antireferendario di voler negare cure per il Parkinson e l’Alzheimer ai pazienti italiani, nel caso fosse stato confermato il divieto di ricerca sugli embrioni umani.

Quanto fosse strumentale quell’accusa, oggi è lo stesso Boncinelli ad ammetterlo. Ma il biologo va anche oltre. Non solo accusa l’Italia di essere “l’unico paese del mondo a commettere un errore: confondere la biologia con la medicina. Perché scoprire qualcosa non vuol dire assolutamente saper fare”, e quindi saper curare; ma spiega che nella genetica “ai trionfi eccezionali registrati in campo diagnostico non si sono accompagnati analoghi successi in campo clinico”. Una dichiarazione di razionale umiltà, finalmente in controtendenza rispetto alla propagandata onnipotenza della scienza.