“Avventura nel cervello”. Parte il progetto “Brain”

La Stampa
Maurizio Molinari

C’è un enorme mistero che aspetta di essere svelato». Dalla East Room della Casa Bianca il presidente americano Barack Obama presenta l’iniziativa «Brain», il cui intento è consentire alla scienza di impossessarsi dei segreti del cervello al fine di sconfiggere malattie come l’epilessia, l’autismo e l’Alzheimer. Lo stanziamento iniziale da parte del governo federale è di 100 milioni di dollari, ma si tratta solo «dell’inizio di un percorso», destinato a durare decenni, perché l’obiettivo «ambizioso ma realistico» è arrivare a «comprendere in quale maniera le persone pensano, apprendono e ricordano», come dice il Presidente. Si tratta di arrivare alla completa mappatura del cervello, seguendo e studiando i comportamenti delle cellule per arrivare alla genesi del pensiero e dei comportamenti dei singoli esseri umani. Una sfida che sa di fantascienza, ma che per Obama è oggi un orizzonte possibile da raggiungere grazie ai passi avanti compiuti nel settore delle nanotecnologie. Per riuscire nell’intento la «Brain Research through Advancing Innovative Neurotechnologies» (di cui l’acronimo è Brain, cervello) punta infatti sullo sviluppo di una nuova generazione di strumenti ad alta tecnologia grazie alle sinergie fra mondo accademico, comunità scientifica, enti filantropici e il «Darpa», l’avveniristico ufficio studi del Pentagono. La scommessa di Obama è di innescare un volano fra scienza, impresa e accademia, capace di «generare le idee che costituiscono la maggiore forza della nostra economia», seguendo il modello di quanto avvenuto con la ricerca sul Genoma, dove «ogni dollaro che abbiamo investito ne ha fatto tornare 140 nel sistema produttivo». Obama aveva annunciato il «Brain» in occasione del discorso sullo Stato dell’Unione ed ora spiega cosa ha in mente: «Puntiamo a scoperte significative relative a come è possibile curare malattie psichiatriche e neurologiche grazie ad una nuova generazione di strumenti che consentono di studiare i segnali emessi dalle cellule in quantità superiori, ed a velocità maggiore, di quanto finora avvenuto». Si tratta di progressi che nei laboratori americani sono stati già raggiunti e consentono ora di lanciare la prima delle «grandi sfide» che Obama vuole inaugurare per lasciare in eredità ai successori una nazione destinata a rimanere leader nella ricerca nel XXI secolo e, dunque, in grado di moltiplicare investimenti e posti di lavoro in questo settore dell’economia. I documenti diffusi dalla Casa Bianca per l’occasione descrivono l’approccio del Presidente: «Stiamo disegnando obiettivi che non possono essere raggiunti adesso ma che, perseguendoli, porteranno allo sviluppo di tecnologie all’intersezione fra la nanoscienza, l’ingegneria, l’informatica ed altri campi di studio che stanno rapidamente emergendo».