Altro che gogna. Depoliticizzare la Sanità per tutelare la salute

big.jpg
Il Foglio
Marco Cappato, Marcello Crivellini

Tempo di Lettura: 1 minuto e 40 secondi

Al direttore – Caso Mantovani, si ripete il copione. “E` una mela marcia, ma il sistema è sano”. “No, dimissioni”. “Mi auguro che sappia dimostrare la sua innocenza (Sic!)”. “Elezioni subito”. Ma le vicende che vedono coinvolto Mantovani come Assessore alla sanità del tempo e tante altre simili nella Sanità italiana devono spingere a una valutazione politica complessiva sulle regole e sulla gestione della Sanità in Lombardia e in Italia.

Se non accade, è perché le responsabilità sono molto più diffuse e trasversali di quanto vorrebbero far credere molti, ed in particolare coloro che, dai banchi delle opposizioni, aspettano le inchieste delle Procure per chiedere teste mozzate, e mai riforme. Eppure, appare chiaro che ormai la Sanità è considerata a livello regionale il principale canale di consenso elettorale per i partiti delle diverse maggioranze, tramite controllo di appalti, nomine, assunzioni, finanziamenti.

La trasformazione della Sanità da strumento di tutela della salute a strumento politico-elettorale è possibile anche perché coloro che sono i nominali responsabili della gestione, cioè i Direttori generali delle Aziende sanitarie, sono scelti esclusivamente in base all’appartenenza (e ubbidienza) politica e alla vicinanza a gruppi e sottogruppi di potere interni ai partiti. Essi divengono così i veri segretari-amministratori-finanziatori dei partiti e delle loro articolazioni interne a livello regionale.

Per interrompere questo “processo infettivo”, che si alimenta a spese dei contribuenti e della salute dei cittadini, invocare la galera non serve a nulla. C`è, invece, una sola strada riformatrice, indicata ormai da anni dai radicali anche con proposte di legge: togliere la nomina dei Direttori generali agli assessori e alle loro maggioranze, affidando la scelta di quelle figure dirigenziali a società nazionali e internazionali specializzate.

Compito della politica è indicare programmi di politica sanitaria e di salute, fissare obbiettivi quantitativi chiari anche nei tempi per le Aziende sanitarie e valutare il loro raggiungimento o meno. Altrimenti le vicende di appalti manipolati, favori ricevuti, lottizzazioni, privilegi, umiliazione del merito e delle capacità professionali, irrisione delle reali esigenze di salute dei cittadini non avranno mai fine.

I Consiglieri regionali lombardi di sinistre e 5 stelle che martedì mattina chiederanno al Consiglio regionale della Lombardia di votare le dimissioni della Giunta Maroni potrebbero invece, più utilmente, presentare la proposta di riforma radicale contro la spartizione delle Asl. A meno che, per alcuni, l`obiettivo non sia tanto quello di interrompere la lottizzazione, quanto di sostituirne i protagonisti.