Allarme cure palliative a casa. Tagliati 1,6 milioni di rimborsi, a rischio l’assistenza per 4 mila malati terminali

La Repubblica Milano
Alessandra Corica

« Un fatto di gestione contabile», viene definito dalla Regione. Fatto sta, però, che in questi giorni gli ospedali stanno cercando i modi, calcolatrice alla mano, per contenere i costi. Cure palliative: con il decreto n. 12656 la Direzione generale della Sanità ha diminuito di 1,6 milioni di euro i rimborsi dell’ospedalizzazione domiciliare, che permette di assistere i malati terminali oncologici, con un costo giornaliero (compresi farmaci e ausili) di circa 62 euro per paziente. Che così viene curato a casa e non in corsia, «con vantaggi per le famiglie e per la gestione economica degli ospedali—dice Luca Moroni, presidente della Federazione italiana cure palliative, che lo scorso 21 gennaio ha incontrato l’assessore alla Sanità Melazzini, per chiedere spiegazioni sulla vicenda — . La diminuzione dei fondi è stata inaspettata, soprattutto se si considera che in contemporanea è stato firmato un provvedimento molto importante, che riforma e mette ordine nell’universo dell’assistenza domiciliare». Ricapitoliamo: il 28 dicembre la Regione approva la delibera 4610, che ha lo scopo di modernizzare e riformare la rete, armonizzando i servizi offerti da hospice, ospedali e associazioni. «Un’impostazione moderna ed efficace — ricorda Moroni — stilata con le organizzazioni e le società scientifiche. Contemporaneamente, però, è stato firmato un altro provvedimento, che ci ha lasciato perplessi a causa della diminuzione dei fondi». Proprio lo stesso giorno viene infatti emanato il decreto n.12656: il documento riconosce, a consuntivo, il rimborso per il 2011 delle attività di ospedalizzazione domiciliare. Si tratta dell’assistenza a casa per i malati o ncologici: un progetto sperimentale, unico nel suo genere, partito in Lombardia nel 2009, e che coinvolge 30 presidi su tutto il territorio. «Il numero delle prestazioni da fare viene concordato preventivamente: ogni centro eroga le cure ai pazienti e viene pagato a consuntivo — spiega Furto Zucco, presidente della sezione lombarda della Società italiana di cure palliative — . Di solito i rimborsi per le attività svolte arrivano a giugno-luglio dell’anno successivo: per il 2011 si è invece dovuto aspettare dicembre, con conseguenti ritardi, e con la sorpresa destata dalla diminuzione dei fondi». Che in alcuni presidi arriverebbe anche al 25 per cento del budget e rischia di incidere sulle cure di 4mila persone in tutta la Lombardia. Da quest’anno il progetto non è più sperimentale. Questo significa che le risorse dovranno essere reperite attingendo ai bilanci ordinari. Una voce di spesa in più, quindi, per gli ospedali già messi a dura prova dalla spending review. Il Pirellone rassicura gli operatori. E mette dei paletti: «La Regione non ha tagliato le risorse per le cure palliative — dice l’assessore alla Sanità Mario Melazzini— La “mancanza” di 1,6 milioni sul 2011 è un fatto di gestione contabile: c’è stato un ricorso al servizio superiore alle attese, e di conseguenza le risorse inizialmente stanziate a bilancio per il 2011 sono risultate insufficienti. Verranno però recuperate interamente con i fondi per il 2012».