Via al testamento biologico il Pd porta la riforma in aula

la Repubblica – ed. Milano
Alessia Gallione

Non solo le «dichiarazioni anticipate per i trattamenti sanitari», ma anche la possibilità di esprimere le proprie volontà per la donazione degli organi e per la «cremazione e la dispersione delle ceneri». Potrà custodire tutte le decisioni che riguardano la fine della vita, il registro comunale che Palazzo Marino vuole creare. Una sorta di testamento in cui i milanesi potranno anticipare le loro ultime scelte e che sarà il Comune a conservare. Perché, adesso, dopo il primo passaggio politico, c`è anche un testo: è una prop osta di delibera consiliare, con tanto di linee guida per il futuro regolamento, che la consigliera comunale del Pd Marilisa D`Amico depositerà questa settimana. Ed è da qui che riparte il percorso del biotestamento. Una strada che rilancia l`assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino: «Il Consiglio ha già votato l`obiettivo di dare vita al testamento quando da dato ilvialibera al Piano del welfare -dice – Ora dobbiamo lavorare per trasformarlo in realtà nel 2013 e questo testo è un ottimo punto di partenza». Si riparte. E questa volta il traguardo è chiaro: fare in modo che l`aula, già entro laprimametà del prossimo anno, affronti il dibattito. «Siamo pronti a confrontarci anche con chi ha opinioni diverse, ma credo che sia necessario continuare con coraggio sulla strada dei diritti che abbiamo indicato con le unioni civili», spiega Majorino. Che, proprio per far ripartire lavolata, ha organizzato per il prossimo lunedì un confronto aperto alla città. Tra gli invitati anche Beppino Englaro, il padre di Eluana. In attesa di sbarcare in Consiglio anche le due delibere di iniziativa popolare dei Radicali e del comitato “Io scelgo”. Ma, adesso, c`è anche un testo che va oltre l`accanimento terapeutico. A rompere gli indugi è stata Marilisa D`Amico, docente di Diritto costituzionale. «Questa proposta – spiega cerca di affrontare tutte le scelte finali. È anche un modo per superare gli steccati ideologici: sulla donazione degli organi, ad esempio, potrebbe esserci un`ampia condivisione». Il documento è ricco: sei pagine che partono da una premessa fitta di rimandi alla Costituzione e alla Cassazione che si è pronunciata sul caso di Eluana; e arrivano al cuore del “Registro delle dichiarazioni anticipate di fine vita”. È così che si chiamerebbe. C`è anche una prima bozza di regolamento composto da sei articoli. Potrebbero chiedere l`iscrizione tutti i residenti a Milano che avrebbero la possibilità di cambiare, poi, le loro volontà. Basterebbe presentarsi in Comune anche con «uno o più fiduciari» e con le dichiarazioni in busta chiusa. Le stesse volontà potrebbero essere trasmesse da un notaio. Tre i punti: «I trattamenti medici che si intende o non intende consentire in situazione di perdita di coscienza permanente e irreversibile», la donazione degli organi – il Comune dovrebbe stipulare anche una convenzione con le Asl – e la cremazione. Tutte informazioni che Palazzo Marino conserverà e, in caso di necessità, girerà a medici, ospedali o «all`autorità giudiziaria chiamata a conoscere la volontà» di chi le ha scritte.