Affittano un utero per poter avere “il loro bambino” Assolti dal giudice

Il Giorno
Paolo Verri

Figlio nato grazie all’utero in affitto, giudice assolve coppia bergamasca. Per la maternità surrogata marito e moglie erano andati in Ucraina

Bergamo. Si è chiusa con un’assoluzione la vicenda di una coppia di genitori di Albino, in Valle Seriana, che per avere un figlio avevano seguito a Kiev, in Ucraina, dove la partica è assolutamente lecita, il percorso per la maternità surrogata (il cosiddetto “utero in affitto”). La coppia bergamasca era accusata di alterazione di stato, ma il gup l’ha assolta «perchè il fatto non sussiste». Il percorso intrapreso nel 2012 dai due coniugi in Ucrania era stato coronato da successo: nel 2013, infatti, era nato un figlio, il cui dna era compatibile solamente con quello del padre. Al ritorno in italia la coppia era stata però denunciata e iscritta nel registro degli indagati dal sostituto procuratore di Bergamo, il pubblico ministero Letizia Ruggeri. E una prima conseguenza dell’apertura dell’inchiesta giudiziaria era stata che il Comune di Albino, dove i due coniugi abitano, si era rifiutato di trascrivere la nascita del bambino all’anagrafe comunale.

L’atto è stato però impugnato dalla coppia, che nella vicenda legale è assistita dagli avvocati Rachele Lodetti e Carolina Margani (un legale che già in passato ha assistito con successo altre coppie che per poter avere un figlio si erano recati in Ucraina per ricorrere alle tecniche di procreazione assistita ed erano state per questo indagate). All’esito della discussione del rito abbreviato il pubblico ministero aveva chiesto la trasmissione degli atti del procedimento in Procura, chiedendo la modifica del capo di imputazione da alterazione di stato a divieto di maternità surrogata, con la volontà di chiedere l’autorizzazione a procedere al Ministero per il reato commesso da soggetti italiani all’estero. Per i due genitori però è arrivata l’assoluzione «perché il fatto non sussiste», disposta dal gup di Bergamo Battista Palestra.

Resta da segnalare che il bambino è stato iscritto all’anagrafe comunale solo come figlio del padre e non della madre. La sentenza del gup ha già provocato le prime reazioni. «La legge italiana vieta la maternità surrogata ed è inaccettabile che siano i giudici a legittimare di fatto questa pratica – ha dichiarato ieri la deputata di Forza Italia, Elena Centemero, presidente della Commissione Equality and Non Discrimination del Consiglio d`Europa – facendo passare il messaggio che si possa andare all’estero bypassando le norme del nostro Paese» 

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