194, la Lombardia dice no alle linee d’indirizzo

Medici non obiettori in ogni ospedale e niente obie­zione di coscienza per la pil­lola del giorno dopo? La Lombardia rischia di far sal­tare tutto. La regione ieri ha messo uno stop all’approvazio­ne delle linee d’indirizzo volute dal ministro della Salute e al va­glio della Conferenza Stato-Re­gioni. «Non applicheremo le norme di indirizzo. Anzi la Re­gione Lombardia darà parere negativo». Lo ha annunciato l’as­sessore regionale al Bilancio Ro­mano Colozzi. «È un documen­to – ha spiegato – che non condi­vidiamo nel merito, non ci sono motivi pregiudiziali al nostro no.

Il provvedimento contiene questioni che nulla hanno a che fare con la 194. Inoltre, è total­mente assente il concetto della tutela della vita fin dalla sua pri­ma fase». L’assessore ha aggiun­to, tra le critiche, il fatto che il provvedimento punti «solo a fa­vorire le politiche contraccettive per prevenire l’aborto: questo è un aspetto, ma non il più impor­tante. È proprio la mentalità abortista su cui invece bisogna lavorare, mentre l’insistenza so­lo sull’aspetto della contraccezio­ne finisce per far crescere una mentalità abortista. Ci sono, in conclusione, vari punti che se­condo noi andrebbero integrafi o riscritti».

A quanto si appren­de, le altre Regioni sarebbero pronte a esprimere parere positi­vo sulle linee guida, ma bastereb­be il parere contrario di una sola Regione a far finire il documen­to su un binario morto. Slitta dunque tutto al prossimo 26 marzo. «C’è il consenso di tutte le Regione e dell’Anci – ha detto il ministro della sanità, Livia Tur­co – per approfondire l’argomen­to alla conferenza del 26 marzo.

Stiamo lavorando». Lo slitta­mento mira a favorire una riu­nione tecnica per rendere com­patibile il testo messo a punto dal ministro Turco con la norma­tiva in vigore in Lombardia e la­sciare alle Regioni un certo mar­gine di autonomia che consenta di assumere iniziative sulla mate­ria. Ma il capogruppo Udc alla Camera Luca Volontè accusa: «Il ministro Livia Turco prepara un blitz sulle nuove linee guida per la legge 194. Rinvii e slitta­menti non cambiano la sostan­za delle cose: di questo colpo di mano saranno certamente con­tente le frange antivita ed eugenetiche cui ha sempre dovuto rendere conto, in primis Emma Bonino e Maura Cossutta»