Sono 599 i bambini nati nel 2016 grazie alla diagnosi preimpianto sull’embrione che permette di individuare malattie genetiche e cromosomiche su bambini di genitori malati o portatori sani.
Per la prima volta la relazione al Parlamento sulla legge in vigore dal 2004 che regola la Procreazione medicalmente assistita contiene i dati su questa tecnica aperta dal 2015 non solo a coppie infertili ma anche a quelle fertili con patologie genetiche.
I centri che eseguono le indagini «sono purtroppo solo 35 di cui 23 privati e c’è molta differenza nell’offerta delle Regioni», denuncia Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni.
«Fin da piccola ho fatto trasfusioni di sangue e infusioni quotidiane per riequilibrare l’eccesso di ferro. I miei globuli rossi sono minuscoli, li perdo e ho bisogno di reintegrarli. Un’infanzia piena di privazioni per la mia salute imperfetta. Non avrei mai potuto dare ai miei figli le stesse pene. Io e mio marito lo abbiamo fatto per la loro felicità».
Per la felicità di Francesco e Nicolò, nati lo scorso anno a marzo da embrioni analizzati prima dell’impianto per evitare che ereditassero la talassemia maior dai genitori, mamma Claudia e papà Maurizio, lei malata, lui portatore sano.
«Un dono incredibile, avevamo il 5o% delle possibilità di trasmettere i geni con le alterazioni che ci hanno reso infertili», dice Claudia.
Sostenuta anche dall’avvocato Filomena Gallo, la coppia intentò e vinse il ricorso per ottenere dal tribunale l’autorizzazione a fare la diagnosi preimpianto in un centro pubblico che non la rendeva disponibile.
La sentenza favorevole arrivo nel 2o12. I primi tentativi vani effettuati all’ospedale Microcitemico del capoluogo sardo, nel centro diretto dal ginecologo Giovanni Mommi, poi altri aborti spontanei e infine la doppia gravidanza che li ha resi genitori, ottenuta al costo di ulteriori cicli di fecondazione artificiale e la creazione di nuovi embrioni con il trasferimento in utero di quelli in salute.

L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.