Intervista all’avv. Filomena Gallo sul testamento biologico

Fotografia di Filomena Gallo

Giovedì 14 dicembre è stata approvata in Italia la legge sul Testamento Biologico, composta da 8 articoli con cui si stabilisce il diritto all’interruzione delle terapie stabilendone anche limiti e condizioni.

Di seguito un intervista di “Medicina in uno scatto” all’avvocato Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica.

Molto si è discusso circa l’eventuale pratica di obiezione di coscienza da parte di medici e del personale sanitario. Addirittura alcuni giornali hanno parlato di “zona franca” riferendosi al passaggio in cui il medico viene sollevato da ogni conseguenza civile e penale per atti che gli sono richiesti dal paziente o dal suo fiduciario. Cosa prevede la legge? Crede che sia sufficientemente chiara a tal riguardo o presenti delle ambiguità?

Un dato certo è che la legge non parla di obiezione di coscienza, la legge non la prevede, prevede altresì che il medico può rifiutarsi di dare esecuzione alle volontà di chi fa Testamento biologico qualora queste che siano contrarie alla legge. Il medico può cioè rifiutarsi qualora gli venga chiesta pratica di eutanasia o suicidio assistito. In ogni caso per prevedere obiezione di coscienza in una legge bisogna definirla e in questa legge non è definita. Chi ha voluto introdurre nel dibattito pubblico questa tematica ritengo lo abbia fatto solo a scopi politici. È una discussione inutile per cui non ci sono margini e i parametri di discussione.

Cosa cambia rispetto all’obiezione attuabile sull’aborto?

Nella legge 194 è previsto nel dettato che il medico può dichiararsi obiettore di coscienza. In questa legge invece no. Dunque è inutile parlare di qualcosa che non c’è, ritengo che ne abbiano parlato solo a scopi elettorali. La legge parla di volontà della persona, ognuno può fare delle scelte come previsto dalla carta costituzionale, la libertà personale è inviolabile e io posso scegliere di non essere sottoposta a dei trattamenti sanitari. La legge inoltre riporta la volontà anche per quando non potrai più esprimerla tanto è vero che viene nominato un fiduciario.

La legge addirittura va oltre: esiste un caso in cui il medico può scegliere di non dare esecuzione del testamento biologico e questo accade nel momento in cui la persona non è cosciente, e il medico fa presente al fiduciario l’esistenza di terapie che potrebbero portare un giovamento alla persona che ha fatto testamento. A quel punto il medico e il fiduciario, dato il suo consenso, possono disattendere quelle dichiarazioni.

Dalla legge si legge che l’attuazione di qualsiasi decisione per i minori spetta a chi esercita potestà genitoriale o al tutore legale che deve (considerando età e maturità) tenere conto della volontà del minore. Qualora però il minore sia piccolo e incapace di fare valutazioni la scelta ricade sui genitori o sul tutore stesso. Pensiamo però al caso Charlie Gard: alla luce della nuova legge cosa accadrebbe in una situazione simile in Italia?

Questa legge va letta nel suo insieme. Essa chiarisce che il medico non deve andare avanti con trattamenti inutili per il paziente. Nel caso dei minori i genitori hanno una responsabilità sulla scelta ma viene udito anche il minore qualora questo possa esprimere una decisione. Per le persone incapaci interviene l’amministratore di sostegno che con il medico prende le decisioni adeguate e in caso di disaccordo la decisione è rimandata a un giudice tutelare.

Si legge che le disposizioni anticipate di trattamento possono essere cambiate con estrema libertà da parte del paziente, che può modificarle a piacimento quando e come vuole. Non è possibile che cambiamenti di fronte così semplici da applicare possano portare a decisioni non ponderate od istintuali, dettate da sentimenti contingenti a situazioni impreviste? Secondo lei è giusto porre un limite al numero di volte in cui si possano cambiare tali disposizioni?

No, perché questa legge dà un riconoscimento dei diritti che abbiamo in base alla Carta Costituzionale e una persona ha diritto di cambiare idea tutte le volte che vuole. In questo modo viene pienamente rispettato il dettato costituzionale. Fino all’ultimo è possibile cambiare idea, e così viene fino alla fine rispettata la volontà della persona.

Cosa pensa riguardo all’istituzione di un registro nazionale dei Testamenti Biologici?

Abbiamo sentito tanto parlare di questo registro nazionale. Io penso che non ne abbiamo bisogno. La legge prevede che i Testamenti Biologici siano depositati presso il proprio comune di residenza. E vengano poi inseriti nella cartella sanitaria elettronica. Esiste una legge per cui ogni regione dovrebbe attivare cartelle sanitarie elettroniche. La cartella sanitaria è utile per tutti. Quando hai fatto Testamenti Biologici il medico lo saprà. È questo il modo migliore per condividere con le strutture sanitarie questa volontà.

Il registro nazionale non è previsto per legge, è previsto che il Ministro della Salute ogni anno sulla base delle informazioni giunte dalle regioni fornisca delle relazioni al Parlamento. La politica vuole creare un nuovo soggetto istituzionale che è il registro del testamento biologico con nuovi centri di incarico di potere? Non è meglio utilizzare i fondi (la legge inoltre prevede che non ci sia aumento della spesa economica dello Stato) per fare in modo che la cartella clinica sanitaria elettronica sia disponibile in tutta Italia e per evitare che ci siano regioni che si sono adeguate e regioni che invece non sono adeguate.

Come Associazione Luca Coscioni vi ritenete soddisfatti della legge in termini di quanto è stato fatto di quello che volevate? C’è qualcosa che manca e doveva esserci o che c’è ma non doveva? Crede che ci siano dei punti poco chiari?

Nella legge non ci sono punti ambigui. Noi siamo soddisfatti. È un buon punto di partenza. È una legge che fa in modo che non ci siano più casi come quelli di Eluana Englaro, Walter Piludu, Giovanni Nuvoli, Piergiorgio Welby che si sono dovuti rivolgere ai tribunali per avere affermazioni di diritti. Welby e Nuvoli hanno ricevuto dei dinieghi. Il papà di Eluana Englaro ha dovuto fare una battaglia nei tribunali per affermare le volontà della figlia, Walter Piludu si è dovuto rivolgere a un tribunale per ottenere distacco dalle cure.
Con questa legge non accadrà più.

Infine pensando al futuro e a una legge sull’eutanasia, pensa che qualora questa ci fosse potrebbe essere travisato in qualche modo? Andrebbero inseriti nella legge dei paletti per arginare questo rischio? Ci sono dei limiti per cui l’eutanasia potrebbe essere legale?

Noi abbiamo depositato nel 2013 una proposta di legge di iniziativa popolare (firmata da 70 mila persone) sulla legalizzazione dell’eutanasia. Proporremo al prossimo parlamento che sia calendarizzata. È una legge che detta delle regole, stabilisce delle condizioni e può essere un punto di partenza.