L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna voti la Proposta di Legge Liberi Subito

Filomena Gallo, Marco Cappato ed il Comitato promotore della proposta di legge sottoscritta da 7.289 cittadini ai consiglieri emiliano-romagnoli: “Servono norme vincolanti”

L’aiuto medico alla morte volontaria è stato già legalizzato dalla Corte costituzionale, a determinate condizioni, con la sentenza “Cappato-Dj Fabo”. Non è una Regione a poter ampliare o restringere quel diritto. Quello che la Regione può fare è stabilire regole certe e scadenze precise che obbligano il Servizio sanitario regionale a dare una risposta alle richieste delle persone affette da sofferenze intollerabili e che chiedono aiuto per porre fine alla propria vita. La nostra legge di iniziativa popolare Liberi Subito ha proprio questo obiettivo, fissando un termine di 20 giorni per la risposta da parte del Servizio sanitario.

La Delibera istitutiva del Comitato regionale per l’etica clinica non interferisce con la questione. Le “linee di indirizzo” delle quali si parla in questi giorni, non avendo (a quanto pare) la forma nemmeno di una Delibera, non creano obblighi al Servizio sanitario, né garantiscono diritti alla persona che presenta la richiesta di aiuto. Ecco perché, oltre a emanare linee di indirizzo che consentono un pieno coinvolgimento e la formazione degli operatori sanitari, è indispensabile che il Consiglio regionale adotti anche una legge che introduca norme vincolanti per tutti.

Adottare una legge regionale rappresenta anche una garanzia per evitare che le procedure adottate siano in futuro cancellate con un tratto di penna di un Assessore. È importante che le regole in materia siano stabili e affidabili, e che chi le vuole cambiare si assuma la responsabilità di proporre regole diverse trovando una maggioranza in Consiglio regionale per approvarle. Dopo il sostegno pubblicamente espresso, non solo da Luca Zaia in Veneto, ma anche da Giovanni Toti in Liguria e da Attilio Fontana in Lombardia, ci sono le condizioni per una approvazione trasversale nei Consigli regionali, fuori dal recinto dei partiti e delle coalizioni senza girare la testa dall’altra parte di fronte all’urgenza delle persone malate. Chiediamo dunque a tutte le consigliere e a tutti i consiglieri regionali di assumersi le proprie responsabilità e di esaminare e votare la proposta di legge presentata da 7.289 cittadini.

Il Fine vita in Emilia-Romagna: alcuni numeri

  • 7.103 moduli del Testamento biologico scaricati sul sito dell’Associazione Luca Coscioni.
  • Almeno 367 le persone che hanno chiamato il Numero Bianco dall’Emilia-Romagna.
  • Almeno 65.852 i firmatari del Referendum Eutanasia Legale (dati basati sulle 681.696 firme digitalizzate).
  • 21.483 i Testamenti biologici depositati presso gli Uffici di Stato civile dei comuni della Regione, al 2022. Il dato è la risultante delle comunicazioni effettuate da 280 dei 350 comuni. Significa che vi è 1 DAT ogni 164 residenti maggiorenni, dato inferiore alla media italiana (1 DAT ogni 209).