La VI Conferenza nazionale sulle Droghe snobba il Referendum cannabis e non solo

Dichiarazione di Marco Perduca, presidente del Comitato promotore del Referendum Cannabis, a proposito della VI Conferenza nazionale sulle Droghe

L’aver convocato dopo 12 anni di assenza la VI Conferenza nazionale sulle Droghe non può di per sé essere motivo di soddisfazione. Se infatti l’incontro si tiene per ‘offrire al Parlamento tutti gli strumenti e le informazioni necessarie per cambiare la legislazione antidroga e adottare il nuovo piano d’azione sulle dipendenze‘ dai documenti convocatori manca una parte fondamentale del perché quell’incontro è previsto nel Testo Unico 309/90: raccogliere valutazioni e avanzare proposte “dettate dall’esperienza applicativa.

Da nessuna parte si accenna alla devastante e criminogena cornice penale che circonda il fenomeno degli stupefacenti e che ha rovinato la vita di centinaia di migliaia di persone negli ultimi 30 anni con perquisizioni, denunce, indagini, procedimenti penali e amministrativi contribuendo enormemente al sovraffollamento carcerario!

Con questa impostazione “fragile” sarà difficile far emergere proposte significative per “cambiare la legislazione” sulle droghe sulla base della valutazione dell’impatto della legge. Visto che grazie a 630.000 persone esiste invece un referendum che indica modifiche puntuali della 309/90 occorrerebbe che il Governo dichiarasse quanto prima la propria neutralità relativamente al merito del quesito davanti alla Corte Costituzionale in modo da lasciare al popolo sovrano la decisione finale l’anno prossimo.