“Tutela della vita” sì, ma nella libertà

Testamento biologico

La riaffermazione della “tutela della vita” – introdotta in Commissione Affari Sociali con un emendamento alla legge sulle disposizioni anticipate di trattamento (il testamento biologico) – è una scontata ripetizione di un principio che nessuno contesta, a patto di riconoscere che una vita dignitosa non può che essere anche una vita libera. Il compromesso raggiunto sulla “tutela della vita” è una concessione nominalistica per allentare la pressione di strategia ostruzionistica, ma quello che più ci preoccupa sono i risultati ottenuti sul piano procedurale dai nemici della legge, soprattutto quelli meno espliciti.

Il Presidente di Commissione, Mario Marazziti, non ha infatti convocato un calendario di riunioni serrate atto a trattare tutti gli emendamenti in tempo per la plenaria del 30 gennaio, come invece previsto dalla Conferenza dei capigruppo. La strategia, nemmeno troppo nascosta, dei contrari alla legge è quella di ottenere un rinvio, addirittura al 20 febbraio, con l’obiettivo evidente di far saltare la legge con la fine della legislatura. A tale strategia i favorevoli a una buona legge dovrebbero opporre una netta contrarietà, senza farsi risucchiare nelle dinamiche degli scontri di partito.