Bocciato il biotestamento del Friuli Venezia Giulia: ora serve una legge

Rispettiamo questa decisione della Corte Costituzionale che richiama le competenze statali in materia di diritti alla salute e principio di uguaglianza. La legge del Friuli Venezia Giulia era effettivamente molto dettagliata e incideva anche su tali diritti.

Proprio per rispondere alle obiezioni già avanzate dall’Avvocatura dello Stato, nelle proposte di legge di iniziativa popolare promosse dall’associazione Luca Coscioni (ad esempio quella depositata con olter 5.000 firme in regione Lombardia grazie in particolare all’associazione Enzo Tortora – Radicali Milano) ci siamo limitati a prevedere l’introduzione del testamento biologico nella tessera sanitaria intesa come supporto tecnico per l’espressione di volontà che sono oggi correntemente depositate presso notai, medici e Comuni. La giurisprudenza del caso Englaro, in particolare, ha chiarito la validità anche giuridica di volontà espresse persino oralmente, dunque a maggior ragione se inserite nella tessera sanitaria.

La decisione della Corte costituzionale rappresenta al tempo stesso una occasione mancata, ma anche uno sprone al Parlamento italiano per accelerare l’esame della proposta di legge sul testamento biologico (relatrice Donata Lenzi, PD), approvata in Commissione affari sociali alla Camera dei Deputati e ora aperta agli emendamenti fino al 12 gennaio. Ci auguriamo che l’esame della legge possa procedere speditamente, tenendo in considerazione sia l’interesse di tanti malati sia un’opinione pubblica per la stragrande maggioranza favorevole al diritto di decidere anche per quando non si è più in grado di intendere e di volere.

Dichiarazione di Filomena Gallo e Marco Cappato, a nome dell’Associazione Luca Coscioni

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