Suicidio assistito, Mario diffida nuovamente l’ASUR Marche

Nuovi ritardi sulla procedura ordinata dal Tribunale di AnconaIn difetto di immediato e documentato adempimento dell’ordine del Giudice, saranno assunte tutte le tutele giudiziali ed istituzionali del caso”.

La nuova diffida arriva a seguito della verifica delle condizioni cliniche — scrupolosamente effettuata dall’Equipe interdisciplinare istituita dal Direttore dell’Area Vasta 2 — la cui relazione è stata inviata al comitato etico che ad oltre un mese di distanza non fornisce un parere né le ragioni del ritardo,  violazione dell’ordine del Giudice.

Mario, 43 anni tetraplegico e immobilizzato da oltre 10 anni a seguito di un grave incidente stradale, ad agosto 2020, si era rivolto in Svizzera per accedere al suicidio assistito, ricevuto il semaforo verde aveva contattato Marco Cappato per chiedere aiuto per raggiungere la Svizzera. Marco Cappato aveva informato Mario che avrebbe potuto chiedere la sospensione dei trattamenti e il percorso palliativo e di sedazione in Italia oppure procedere con una richiesta di vefifica delle condizioni per accertare la presenza dei requisiti individuati dalla Corte Costituzionale con sentenza 242/19 al fine di procedere legalmente con il suicidio assisitito. Mario aveva escluso la prima possibilità e aveva invece aveva chiesto alla Azienda sanitaria unica regionale di verificare la presenza delle condizioni enunciate dalla Corte costituzionale sul caso Cappato\Dj Fabo per poter accedere al suicidio assistito in Italia. 

Di fronte al diniego ricevuto dalla Azienda sanitaria unica regionale in merito all’attivazione delle procedure di verifica, Mario aveva chiesto aiuto legale all’Associazione Luca Coscioni per impugnare questo diniego, portando di fatto la Azienda sanitaria unica regionale in Tribunale, in modo da ottenere un’ordinanza volta a veder rispettato quanto previsto dalla Sentenza della Corte costituzionale. Dopo una prima decisione con cui il Tribunale di Ancona aveva negato la possibilità per Mario di accedere alla morte assistita in Italia, lo scorso 9 giugno 2021 i giudici del Tribunale di Ancona ribaltano la precedente decisione, imponendo a seguito di reclamo con  ordinanza  alla ASUR di verificare che Mario abbia le condizioni d’accesso al suicidio medicalmente assistito, così come stabilito dalla sentenza di incostituzionalità della Corte Costituzionale n. 242/2019. Vista l’inerzia dell’azienda sanitaria, che ad oltre un mese di distanza dall’ordinanza del Tribunale, non aveva ancora attivato la procedura, Mario, il 12 luglio 2021, ha deciso di diffidare l’Azienda sanitaria unica regionale delle Marche.

A seguito della diffida, e trascorsi inutilmente 30 giorni di legge, Mario, tramite il suo collegio legale ha incardinato altre azioni sia giudiziali che stragiudiziali affinché la legalità violata dalle istituzioni fosse ripristinata e con essa il suo diritto ad accedere alla verifica delle condizioni previste dalla Corte costituzionale. A seguito di tali ulteriori azioni, in data 1 settembre 2021 Mario veniva contattato dall’Azienda sanitaria unica regionale delle Marche per concordare un calendario di appuntamenti volti appunto alla verifica delle sue condizioni, che prevedevano, nell’arco del mese di settembre, colloquio con psicologi, medici palliativisti e neruologo al fine di espletare gli accertamenti propedeutici richiesti dal Comitato Etico Regione Marche (CERM) per emettere il suo parere. Scrupolosamente effettuati tutti gli accertamenti ad opera dell’Equipe interdisciplinare, in data 14 ottobre 2021 Mario veniva notificato dell’avvenuto invio della relazione collegiale redatta dall’Equipe interdisciplinare dell’Area Vasta 2 competente al CERM. 

Dichiara Filomena Gallo, codifensore di Mario — il Collegio è formato da Filomena Gallo, Massimo Clara,  Angioletto Calandrini, Cinzia Ammirati, Francesca Re, Rocco Berardo, Giordano Gagliardini — e Segretario dell’Associazione Luca Coscioni: “Ad un mese di distanza dall’invio della relazione Mario è ancora in attesa di conoscere l’esito della procedura,  e di ricevere il relativo parere ad opera del comitato etico che fa così ulteriormente dilatare i tempi per una procedura che, in virtu’ della richiesta stessa e delle condizioni di sofferenza dichiarate dal paziente, dovrebbe avere caratteristiche di urgenza. Alla luce di tali rallentamenti e della drammaticità delle condizioni in cui versa,  in data 9 novembre 2021, per  Mario abbiamo presentato un’ulteriore diffida all’ASUR Marche chiedendo di provvedere urgentemente alla comunicazione degli esiti della procedura, in adempimento all’ordine del Tribunale di Ancona.”

L’Azienda sanitaria unica regionale Marche, in risposta alla diffida presentata da Mario, in data odierna (oppure: in data 12 novembre u.s.) ha comunicato al collegio difensivo di Mario che l’Azienda sanitaria è ancora in attesa del parere del CERM e  dunque che questo sarà depositato non appena trasmesso. L’Azienda sanitaria unica regionale dunque, con questa risposta interlocutoria, continua a procrastinare, senza alcuna indicazione temporale precisa, una procedura urgente la cui richiesta iniziale risale – lo ricordiamo – ad agosto del 2020.