Ecco le motivazioni della Procura di Firenze che ha richiesto l’archiviazione per Cappato, Lalli e Maltese

QUI le motivazioni della Procura fiorentina

Nel frattempo anche in Toscana parte la raccolta firme per la PDL regionale Liberi Subito

Massimiliano non aveva trattamenti di sostegno vitale, quindi non rientra nelle condizioni previste dalla Consulta e si configurerebbe  il reato di aiuto di aiuto al suicidio.

Il Pubblico ministero ritiene però che l’aiuto fornito dagli indagati a Massimiliano non fu penalmente rilevante e in subordine alla richiesta di archiviazione chiede al GIP che sia sollevato incidente di costituzionalità, sul requisito del sostegno vitale.

Arriva dalla Procura della Repubblica di Firenze presso il Tribunale di Firenze la richiesta di archiviazione secondo l’articolo 408 del codice di procedura penale” per Marco Cappato, responsabile legale dell’Associazione Soccorso Civile, Chiara Lalli e Felicetta Maltese, che accompagnarono Massimiliano, il 44enne toscano affetto da sclerosi multipla, in Svizzera per ricorrere al suicidio medicalmente assistito.

Dichiara l’avvocata Filomena Gallo, difensore di Cappato, Lalli, Maltese e coordinatrice del collegio legale di difesa e studio composto anche dagli avvocati Rocco Berardo, Francesco Di Paola, Francesca Re, Massimo Clara, Irene Pellizzone, Benedetta Liberali, Stefano Bissaro, Alessia Cicatelli e Guido Stampanoni Bassi:

“Il Pubblico Ministero Carmine Pirozzi, dopo aver escluso l’ipotesi di cui all’articolo 579 del codice penale (omidicio del consenziente), si è concentrato su quella di cui all’articolo 580 del codice penale (istigazione e aiuto al suicidio) escludendo l’istigazione e concentrandosi sull’agevolazione.

Verificando la possibilità di applicazione della causa di non punibilità, così come delineata dalla Corte Costituzionale con la sentenza 242/19, il Pm ha effettuato una disamina delle quattro condizioni previste per la persona malata, ritenendo non sussistente quella di cui alla lettera c), ovvero il trattamento di sostegno vitale. A tale conclusione è giunto escludendo che ‘la generica attività di assistenza prestata da terzi a una persona con progressiva perdita di autosufficienza nel compimento di alcune attività basilari della vita quotidiana’ possa configurare un trattamento di sostegno vitale.

Il Pm evidenzia che a causa dell’assenza del requisito del sostegno vitale ‘al Giudice sarebbe inibito di applicare agli indagati la causa di non punibilità di cui all’art. 580 cp (p.8)’.

Ritiene, però, il Pubblico Ministero che il comportamento tenuto da Marco Cappato, Chiara Lalli e Felicetta Maltese sia da ritenersi rientrante negli atti preparatori e quindi non penalmente rilevante, così motivando la richiesta di archiviazione, discostandosi da un’unica affermazione incidentale della Corte di cassazione, risalente al 1998, e dalle sentenze della Corte d’Assise di Milano (2020, imputato Marco Cappato),  dalla Corte d’Assise di Massa (2020, imputati Mina Welby e Marco Cappato) e dalla Corte d’Assise d’Appello di Genova (2021, imputati Mina Welby e Marco Cappato).

Infine, in subordine scrive che qualora ‘il giudice [per le indagini preliminari] ritenesse integrata nel caso di specie la tipicità di aiuto al suicidio, al momento di valutare l’applicazione agli indigati della causa di non punibilità dell’art. 580 codice penale dovrebbe sollevare la questione di legittimità costituzionale della medesima disposizione, come modificata dalla sentenza della Corte costituzionale 242/19, nella parte in cui prevede tra i requisiti di liceità della condotta di aiuto al suicidio la circostanza che l’aiuto sia prestato a favore di «persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale», per contrasto con gli artt. 3, 13 e 32 Costituzione.

Attendiamo la decisione del Giudice delle indagini preliminari, che potrà accogliere la richiesta formulata oppure ordinare l’imputazione coatta o ancora sollevare la questione di legittimità costituzionale”.

Massimiliano, 44 anni toscano, affetto da sclerosi multipla da 6 anni, è stato accompagnato, tramite un’azione di disobbedienza civile di Felicetta Maltese e di Chiara Lalli, giornalista e bioeticista, in Svizzera per poter ricorrere al suicidio medicalmente assistito. Massimiliano è morto l’8 dicembre 2022, il giorno dopo Felicetta Maltese e Chiara Lalli si sono autodenunciate, presso la stazione dei Carabinieri di Firenze, insieme a Marco Cappato, in qualità di legale rappresentante dell’Associazione Soccorso Civile che ha organizzato e finanziato il viaggio di Massimiliano.

Nel frattempo prende il via anche in Toscana la raccolta firme per la proposta di legge regionale di iniziativa popolare  “Liberi Subito”, elaborata e promossa dall’Associazione Luca Coscioni, per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria.

L’obiettivo è raccogliere almeno 5.000 firme autenticate e certificate di cittadini residenti nel territorio regionale entro la fine di marzo 2024.

Lo scopo è quello di arrivare a una normativa di attuazione (procedure e tempi), secondo i principi dettati dalla Corte Costituzionale (sent. 242/2019), per accedere alla morte volontaria attraverso l’auto somministrazione del farmaco letale. Una volta raccolte e depositate le firme necessarie potrà iniziare l’iter di discussione, avendo già la Regione dichiarato ammissibile la proposta di legge, ossia rientrante nelle competenze regionali.