Studenti Coscioni: Pillola del giorno dopo /RU 486, basta con confusioni strumentali!

ru486A Fiumicino una donna munita di ricetta medica si è vista negare la pillola del giorno dopo da un farmacista, Piero Uroda, presidente dell’Associazione Farmacisti Cattolici. “Desta sconcerto l’ennesimo episodio di interruzione di un servizio pubblico a danno dei cittadini e, in particolare, delle donne – dichiara Annalisa Chirico, segretaria degli Studenti Luca Coscioni – Il diritto all’accesso alla contraccezione di emergenza viene di nuovo calpestato da false obiezioni di (in)coscienza.

Nell’articolo apparso oggi sul Corriere di Roma e firmato da Alessandro Capponi, la pillola del giorno dopo viene maldestramente accostata alla RU-486, ingenerando confusione nel lettore mediamente informato. In questo modo si rende due volte un cattivo servizio al cittadino! E’ necessaria una chiarezza cristallina. La pillola del giorno dopo è cosa diversa dalla RU-486: la prima è in grado di prevenire o di ritardare l’ovulazione, ma non ha alcun effetto intercettivo su un eventuale ovulo fecondato. La RU-486 è la pillola per l’aborto farmacologico (non chirurgico), che – vale la pena ricordarlo – attende solo il via libera definitivo dell’AIFA per essere commercializzata anche in Italia. Il dott. Uroda dimostra di ignorare la scienza e la legge dato che non esiste nessuna obiezione di coscienza per i farmacisti”.

Gli Studenti Luca Coscioni, che hanno già raccolto oltre 2500 firme per una petizione che chiede l’abolizione dell’obbligo della ricetta medica per la pillola del giorno dopo, sono determinati a continuare nella campagna di sensibilizzazione per una sessualità libera. “Molto spesso sono proprio le più giovani le vittime della condotta illegale e proibizionista degli ufficiali pubblici – continua Annalisa Chirico – Abbiamo raccolto decine di denunce in tutta Italia per il rifiuto dei medici sedicenti “obiettori” a prescrivere la ricetta. Un ostacolo burocratico che ritarda i tempi di assunzione del farmaco e, di conseguenza, ne riduce l’efficacia. Eppure, mi chiedo, qual è la migliore politica antiabortista se non facilitare l’accesso alla contraccezione sessuale?”.