Le rivelazioni apparse oggi sul Corriere della Sera, in cui il giornalista Mario Pappagallo svela i contenuti di una lettera firmata da Davide Vannoni in cui dichiara che una casa farmaceutica sarebbe proprietaria del metodo Stamina, confermano la malafede del Presidente di Stamina nel gestire fin dall’inizio la questione. L’ultimo suo atto era stato sabato scorso a Radio radicale quando aveva incolpato lo Stato di non voler fornire i soldi per la fase III della sperimentazione; ora si scopre che lui ha già fatto i suoi calcoli: da guaritore di gente a commerciante di false speranze.
Lo stesso Vannoni ha riferito che “il protocollo su cui avverrà la sperimentazione non è lo stesso della metodologia utilizzata agli Spedali civili di Brescia ma è una forma semplificata e che ha preteso che il protocollo venisse secretato perchè di proprietà di Stamina e perchè non ha brevetto. “
Il motivo quindi è un altro c’è proprietà industriale e la metodica tecnicamente non può essere trasferita a terzi se non con la stessa società titolare della proprietà.
Spiace ora avere certezza che ha ingannato i pazienti, le loro famiglie, lo Stato e la stampa. Il Ministero della Salute, insieme al parere della Commissione di esperti, non può che dare parere negativo alla sperimentazione visto che Vannoni non fornisce neppure i documenti completi della stessa metodica. Sarebbe scientificamente e legalmente contro ogni regola dar via alla fase I.
La comunità internazionale squalificherebbe il nostro Paese. L’Associazione Luca Coscioni ha chiesto fin dall’inizio serietà, trasparenza e chiarezza: è passato troppo tempo dai nostri primi appelli all’ex ministro Balduzzi e poi alla Lorenzin. Oggi confidiamo in un intervento immediato della ministra Lorenzin. In nome di tanti malati e della scienza chiediamo serietà e rispetto. L’Italia deve essere ricordata come patria di scienziati come la neo senatrice a vita Elena Cattaneo e non per soggetti come Vannoni.
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.