La nostra risposta al segretario della Lega che, questa mattina, ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare contro la gestazione per altri
La replica di Filomena Gallo: “La gestazione per altri è possibile anche in forma solidale, senza che sia un business”
“Definire la gestazione per altri una barbarie e un business miliardario è un insulto alle migliaia di persone che nel nostro Paese vogliono mettere su famiglia e avere dei figli, ma per diversi motivi non possono portare avanti una gravidanza”. Così Filomena Gallo, segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, risponde a Matteo Salvini che, questa mattina, ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare contro la Gestazione per altri, definendola una barbarie.
“Il deposito della proposta di legge di iniziativa popolare contro la maternità surrogata da parte della Lega dimostra ancora una volta come parte della politica preferisca adottare soluzioni punitive e coercitive per impedire una pratica normata e legale in altri Paesi e che in molti casi rappresenta l’unica possibilità di provare ad avere un figlio. L’obiettivo di tutti dovrebbe essere quello di evitare situazioni di incertezza normativa e fornire piena tutela ai diritti di tutti i soggetti coinvolti, in primis, ai minori. E invece il divieto di questa pratica non tutela nessuno in nessuna situazione, costringendo le coppie ad andare all’estero sostenendo costi importanti sotto diversi profili. Per questo chiediamo che la proposta di legge elaborata dall’Associazione Luca Coscioni venga presto discussa in Parlamento” ha, quindi, proseguito Filomena Gallo.
L’Associazione Luca Coscioni, assieme ad un gruppo di esperti e altre associazioni ha depositato alla Camera dei deputati, grazie all’impegno dell’onorevole Guia Termini, una proposta di legge per regolamentare la Gestazione per altri (GPA) in Italia nella versione solidale, quindi senza commercializzazione.
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.