Potenza – Martedì 29 novembre, a partire dalle ore 9.00, davanti al palazzo della Giunta regionale, ubicato in via Anzio, Maurizio Bolognetti, segretario dell’Associazione Radicali Lucani e Consigliere dell’Associazione Coscioni, terrà un volantinaggio nel corso del quale sarà distribuito un testo dal titolo “Ru486: Consiglieri, niente da dichiarare?”
Basilicata. Ru486: Ce la faranno, questa volta, i nostri eroi a discuterne?
Ci auguriamo che in un momento che potrebbe avere il sapore della catarsi, il parlamentino lucano si liberi da “timori”, “tabù”, “opportunismi” e “convenienze”, ponendo fine ad un’attesa lunga tre anni.
Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, segretario Radicali Lucani e Consigliere Associazione Coscioni
Da tre anni chiediamo al Consiglio regionale della Basilicata di esprimersi, discutere, confrontarsi sulla questione dell’aborto farmacologico e sull’altrettanto importante tema dell’informazione sessuale e contraccettiva. Da tre anni registriamo su questi temi una quasi totale “indifferenza” da parte della massima assemblea lucana. Il 16 ottobre di quest’anno, siamo tornati ad interrogare i singoli consiglieri regionali(trenta), chiedendo loro di farsi carico della presentazione di una mozione. A quarantaquattro giorni di distanza, nonostante ripetute sollecitazioni, ci tocca registrare con rammarico il totale silenzio di 28 consiglieri sui trenta che compongono l’assemblea regionale. Particolarmente significativo e sconcertante, il black-out da parte della diessina Maria Antezza e dell’esponente del Prc Emilia Simonetti. Lo stesso gruppo consiliare Ds, nonostante una esplicita, chiara e limpida presa di posizione dell’assessore Rocco Colangelo e del segretario regionale della SG, Roberto Speranza, a favore di una piena applicazione della legge 194, continua ad emettere silenzio. Analogo silenzio, spiace davvero dirlo, registriamo sul fronte socialista, in cui l’unica eccezione è quella di Giuseppina Bruzzese, coordinatrice regionale del Nuovo Psi craxiano, che però all’interno dello stesso NuovoPsi resta voce assolutamente isolata e fuori dal coro, pardon dal silenzio. Nei giorni scorsi, l’avvocato Antonio Di Sanza, esponente del centrodestra lucano, ha voluto dare un seguito alla disponibilità espressa facendosi carico del deposito della sopra citata mozione. Lo stesso Di Sanza ci ha comunicato che nel corso del Consiglio regionale, convocato per domani, martedì 29 novembre, chiederà una integrazione all’Odg al fine di ottenere una immediata discussione su temi che da settimane sono in primo piano nell’agenda politica nazionale. Osiamo sperare che la richiesta del consigliere Di Sanza trovi una ampia convergenza, e che non ci sia un ennesimo rinvio dettato da questioni di “opportunità”.
Dopo una così lunga attesa, ci auguriamo davvero di poter conoscere l’opinione di ogni singolo consigliere sui temi oggetto della mozione depositata dall’avvocato Di Sanza.
Credo che questo sia un atto dovuto alle donne, ai cittadini lucani, che hanno il diritto di sapere cosa pensano i consiglieri regionali della mancata applicazione della legge 194/78.
Per concludere voglio riepilogare, sia pur schematicamente, le ragioni di una lotta che ci vede impegnati da tempo.
Ci stiamo battendo per ottenere una piena applicazione della legge 194/78 e segnatamente dell’art. 15 della stessa, laddove, lo ripetiamo, nella legge non vi è discriminazione alcuna tra l’approccio chirurgico e quello farmacologico.
Tutto questo è stato colto pienamente dall’assessore alla Sanità Rocco Colangelo.
In materia di aborto, ciò che difendiamo è, ed è sempre stato, il diritto civile alla libera scelta alla maternità. Lo scontro sulla questione aborto, non è tra favorevoli e contrari, ma tra i sostenitori delle solite becere ricette proibizioniste da Stato etico e confessionale, e legalizzatori difensori della laicità dello Stato e delle sue leggi. Rivendichiamo a noi, soprattutto a noi, la capacità di aver saputo cancellare in questo Paese la vergogna dell’aborto clandestino e di massa delle “mammane” e dei “cucchiai d’oro”.
La 194/78 ha messo la parola fine ad una evidente e intollerabile discriminazione sociale. Infine, riteniamo che l’informazione sessuale e contraccettiva sia l’unica risposta possibile per prefigurare un’ulteriore diminuzione dell’IVG, e su questo dovrebbero convergere anche i crociati proibizionisti, sempre che non siano anche contrari all’utilizzo dei metodi contraccettivi, così come sembra essere. La questione Ru486, è di tutta evidenza non solo questione clinica, ma questione politica