Intervenendo sul numero di Agenda Coscioni di dicembre, mensile dell’Associazione Coscioni, anticipiamo alcuni passi dell’intervista alla professoressa Elena Cattaneo, direttrice del Laboratorio di Biologia delle cellule staminali e farmacologia delle malattie neurodegenerative all’Università degli studi di Milano.
"In questo paese è data pochissima attenzione alla ricerca e al desiderio della comunità scientifica di fare ricerca fatta bene, con regole precise e trasparenti". Citando la recente lettera di alcuni illustri ricercatori in merito ad una poco trasparente assegnazione dei fondi per la ricerca sulle cellule staminali ad opera dell’Istituto Superiore di Sanità, la professoressa Cattaneo ha ricordato che questo "non è il primo episodio di poca trasparenza. Nel 2001, infatti, con uno dei primi bandi sulle cellule staminali, ci siamo accorti che alcune cose non andavano. Ma non va l’a-b-c dell’assegnazione dei fondi, nonostante introdurre certe regole non avrebbe un grande costo. Penso ad esempio al principio, valido in tutto il mondo, secondo il quale i membri delle commissioni giudicatrici dei progetti e distributrici di fondi di ricerca non siano al centro di un conflitto d’interessi: i membri della commissione, mi pare il minimo, non devono sottomettere progetti e ricevere fondi dalla stessa commissione. Stare in queste commissioni è dunque un onere ed un onore per il ricercatore, che si mette al servizio della comunità scientifica".
La Cattaneo ha poi commentato due emendamenti alla finanziaria proposti dal senatore Ignazio Marino che riformano i metodi di assegnazione del 5% dei fondi alla ricerca del Ministero della Salute: "Costituiscono un primo passo in avanti, perché attraverso il sistema del peer review, ovvero attraverso una commissione esterna giudicatrice che valuta i progetti di ricerca presentati, si assicura una certa garanzia da parte della comunità scientifica nell’assegnazione dei fondi". " Tuttavia auspico – conclude Elena Cattaneo – che questa norma dedicata ai giovani ricercatori sotto i 40 anni e con una commissione giudicatrice composta anch’essa da under-40, non diventi una specie di segregazione di casta, ma venga ampliata e diventi il sistema generale dell’assegnazione dei fondi in Italia".