I numeri in pillole: tre persone che hanno ricorso al suicidio assistito in Italia, tre in Svizzera, oltre a chi l’ha ottenuto in clandestinità. Sul fronte disobbedienze civili, sono sei i procedimenti aperti e 37 gli attivisti pronti a disobbedire. Le richieste di informazioni al Numero Bianco sono state 13.977, mentre sono 12 le Regioni pronte a discutere la PDL Liberi Subito
Seguono gli approfondimenti tematici del Report 2023 sull’Aiuto medico alla morte volontaria, redatto dall’Associazione Luca Coscioni.
➡ Le persone che, nel 2023, hanno ottenuto l’accesso al suicidio assistito
In assenza di una legge nazionale che regolamenti l’aiuto alla morte volontaria, ovvero l’accesso al “suicidio assistito”, in Italia questa scelta di fine vita è normata dalla sentenza numero 242 del 2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato\Antoniani, che ha legalizzato l’accesso alla procedura ma solo a quattro condizioni di salute dei richiedenti:
- essere capaci di autodeterminarsi;
- affetti da patologia irreversibile;
- fonte di sofferenze fisiche o psicologiche ritenute dalla persona intollerabili;
- essere dipendenti da trattamenti di sostegno vitale.
Tali requisiti, insieme alle modalità per procedere, devono essere verificati dal Servizio Sanitario Nazionale con le modalità previste dalla legge (articoli 1 e 2 delle Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento, 219/17), previo parere del Comitato etico territorialmente competente.
Sono tre le persone che, in Italia, hanno ottenuto il via libera per accedere al suicidio assistito in Italia. Di queste, due, sono seguite dal Collegio legale dell’Associazione Luca Coscioni, coordinato dalla Segretaria nazionale Filomena Gallo:
- Gloria ha ottenuto l’accesso in Veneto nel luglio 2023, con l’assistenza medica del dottor Mario Riccio. Il farmaco ed il macchinario sono stati forniti dal Sistema sanitario nazionale.
- Anna ha ottenuto l’accesso in Friuli-Venezia Giulia a dicembre 2023, con l’assistenza completa del Sistema sanitario nazionale. Si tratta della prima volta in Italia.
Da quanto appreso dai media, qualche mese fa, a Piombino, in Toscana, una persona non in contatto con l’Associazione Luca Coscioni ha ottenuto l’aiuto alla morte volontaria in applicazione della sentenza “Cappato-Dj Fabo”. A Perugia, invece, Laura Santi, che è assistita dall’Associazione Luca Coscioni, è in contenzioso con la Regione Umbria che le ha rifiutato l’accesso.
Sono tre le persone che hanno ottenuto l’accesso al suicidio assistito in Svizzera. Chi le ha accompagnate si è autodenunciato e rischia dai 5 ai 12 anni di carcere. I tre casi sono stati:
- Paola, di Bologna, deceduta a febbraio. Si sono autodenunciate Virginia Fiume e Felicetta Maltese.
- Margherita Botto, di Milano, deceduta a novembre. Si sono autodenunciati il fratello, Paolo Botto, e Cinzia Fornero.
- Sibilla Barbieri, di Roma, deceduta a novembre. Si sono autodenunciati per averla accompagnata il figlio, Vittorio Parpaglioni, e l’ex senatore radicale, Marco Perduca. Anche l’onorevole Riccardo Magi, il senatore Ivan Scalfarotto e l’ex senatore Luigi Manconi si sono autodenunciati per aver contribuito all’organizzazione.
In tutte le autodenunce si è aggiunto Marco Cappato come responsabile legale dell’Associazione Soccorso civile e sono stati menzionati nel verbale tutti gli iscritti a quell’associazione. Tutti i disobbedienti civili sono seguiti dal Collegio legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo.
➡ I disobbedienti e i procedimenti giudiziari
Marco Cappato, insieme agli iscritti a Soccorso Civile, è, quindi, indagato presso i tribunali delle 3 città dove sono avvenute le autodenunce sopracitate, depositate nel 2023, ma sono ancora in corso anche 3 filoni giudiziari per altre azioni avvenute nel 2022:
- A Milano per l’aiuto fornito al signor Romano.
- A Milano per l’aiuto fornito ad Elena Altamira, originaria di Spinea (nella Città metropolitana di Venezia).
- A Livorno per l’aiuto prestato a Massimiliano (MIB), di San Vincenzo (in provincia di Livorno), accompagnato in Svizzera da Chiara Lalli e Felicetta Maltese.
L’associazione Soccorso Civile è stata fondata da Marco Cappato, Mina Welby e Gustavo Fraticelli, che, tramite azioni di disobbedienza civile, offre assistenza alle persone che hanno bisogno di ricevere informazioni, e in alcuni casi assistenza logistica e finanziaria, per ottenere aiuto medico alla morte volontaria. Oggi sono 37 le persone già verificate e iscritte, che si assumono per il fatto stesso di essere potenziali “associate a delinquere” nelle disobbedienze civili il rischio di conseguenze penali per aiutare persone malate a porre fine alle proprie sofferenze.
Dei 37 iscritti all’Associazione Soccorso Civile, sono 13 coloro che si sono autodenunciati per una disobbedienza: Marco Cappato, Mina Welby e Gustavo Fraticelli (responsabili dell’Associazione), i parlamentari Riccardo Magi, Ivan Scalfarotto e gli ex senatori Luigi Manconi e Marco Perduca. La giornalista e bioeticista Chiara Lalli, la pensionata Felicetta Maltese, l’attivista Virginia Fiume, e Cinzia Fornero, guardia parco. Tra i famigliari delle persone malate figurano il figlio di Sibilla Barbieri, Vittorio Parpaglioni e il fratello di Margherita Botto, Paolo.
La lista completa degli iscritti a Soccorso civile: Matteo Giusti, Paola Zaldera, Sonia Bellini, Renato Michelotti, Mino (Cosimo) Dentizzi, Tommaso Colombini, Roberta Pelletta, Mariasole Cavarretta, Luca Piva, Cinzia Fornero, Marco Perduca, Felicetta Maltese, Chiara Lalli, Virginia Fiume, Filippo Blengino, Andrea Turi, Maria Raffaella Stacciarini, Claudio Stellari, Carlo Romano, Rosa A Marca, Matteo Hallissey, Laura Di Napoli, Teresa Albano, Matteo D’Angelo, Françoise Raynaud, Marco Riva Cambrino, Alina Ruxandra Matei, Luigi Manconi, Ivan Scalfarotto, Riccardo Magi, Maria Camilla Tinti, Carla Marchelli, Stefano Anderson, Silvia Findelli e IG (preferisce mantenere l’anonimato).
➡ Le proposte di legge regionali di iniziative popolare Liberi Subito
Nonostante la sentenza Cappato-Antoniani della Corte Costituzionale abbia legalizzato la morte volontaria assistita, il Servizio Sanitario non garantisce tempi certi per effettuare le verifiche e rispondere alle persone malate che hanno diritto di porre fine alla propria vita. Così chi intende farlo rimane in attesa di Aziende Sanitarie Locali e dei Comitati etici territoriali i quali, per svolgere le funzioni di verifica delle condizioni, possono impiegare mesi. Un tempo del quale molte persone in quelle condizioni non dispongono.
Per questo, l’Associazione Luca Coscioni ha promosso la campagna Liberi Subito, con raccolta firme per proposte di legge regionali di iniziativa popolare che garantiscano in tutta Italia il percorso di richiesta di suicidio medicalmente assistito e i controlli necessari in tempi adeguati e definiti. Al momento, sono 12 le regioni pronte a discutere la proposta di legge regionale di iniziativa popolare.
In Veneto e Friuli-Venezia Giulia l’iter di discussione nei Consigli regionali è ben avviato. Gli uffici tecnici delle regioni Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo e Friuli-Venezia Giulia hanno ritenuto che le norme contenute nella proposta di legge rientrino nelle competenze regionali e siano rispettose della Costituzione italiana. Oltre a queste anche in Sardegna, Basilicata e Lazio la proposta di legge è stata depositata tramite l’iniziativa dei consiglieri regionali o per iniziativa dei Comuni. Proposte analoghe sono state depositate in Puglia, Marche e Calabria.Sono in corso raccolte firme per il deposito della proposta tramite l’iniziativa popolare in Lombardia e Toscan
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➡ Le richieste di informazioni tramite il Numero Bianco
Negli ultimi 12 mesi sono arrivate 13.977 richieste di informazioni sul fine vita tramite il Numero Bianco, coordinato dalla compagna di Dj Fabo, Valeria Imbrogno, e le email dirette all’Associazione Luca Coscioni.
Si tratta di una media di 38 richieste al giorno con un aumento del 23,8% in confronto ai 12 mesi precedenti. Nel dettaglio: 2.470 richieste di informazioni su eutanasia e suicidio medicalmente assistito (circa 7 richieste al giorno, +16,7% rispetto all’anno precedente) e 782 richieste di informazioni rispetto all’interruzione delle terapie e alla sedazione palliativa profonda (circa 2 richieste al giorno, +35,5% rispetto l’anno precedente). Informazioni riguardanti le procedure italiane o contatti con le strutture svizzere per il percorso di morte volontaria medicalmente assistita sono state fornite a 533 persone (51% donne, 49% uomini).
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.