Quasi 450 firme in poco più di cinque ore. Grazie ai tanti grossetani che sono venuti al gazebo di piazza Socci.

Quasi 450 firme, tanti comuni cittadini e alcuni politici. È andata davvero come meglio non avrebbe potuto la raccolta delle firme a favore della legge sul Testamento biologico, organizzata dal comitato promotore della “Cellula Coscioni” di Grosseto.
«In pratica – spiega Alessandro Militello, uno degli organizzatori del gazebo – abbiamo registrato 1,3 firme al minuto, considerando che il gazebo è rimasto operativo per cinque ore e mezzo. Le persone che sono venute a firmare si sono mobilitate per il passaparola su facebook, con gli Sms e via mail, oltre ovviamente per aver saputo dell’iniziativa dai media locali. Al di là di questo, però, il dato politico è che quando si propongono questioni concrete e sentite dall’opinione pubblica, le persone rispondono e si mobilitano».
Fra i firmatari, il presidente della provincia Lio Scheggi (Pd), la capogruppo di Fi in consiglio provinciale Laura Cutini (Fi), l’onorevole Luca Sani (Pd), il candidato alle primarie del Pd Leonardo Marras, il consigliere regionale Loriano Valentini (Pd), il presidente della Rama Marco Simiani (Pd) e il segretario provinciale del Pd Marzio Scheggi.
Un ringraziamento particolare a Roberto Marcucci, Rosanna Guerri, Massimo e Michele Nencioni, Renato Pii, Franco, Susanna e Giacomo Amaddii, Antonio Terribile, Giuseppe Sorrentino e Adriana Andreini, che hanno contribuito alla riuscita dell’iniziativa promossa dall’associazione Luca Coscioni.
«Quella di ieri è stata davvero una bella giornata – dice Massimiliano Frascino – che dimostra quanto il tema della libera scelta delle persone di fronte alla malattia sia sentito e trasversalmente condiviso. Peccato per l’indegno esito della vicenda della clinica di Udine che avrebbe dovuto ospitare Eluana Englaro per consentire l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione forzata. Il comportamento del ministro Sacconi, che ha minacciato di sospendere la convenzione alla struttura sanitaria è qualcosa di più e di peggio di un brutto episodio; è infatti il segno di un imbarbarimento dei costumi politici ed istituzionali al quale è bene reagire con grande determinazione».