Impagabile Zotta, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo, anche se la serie degli ex liberali al servizio della Curia è piuttosto inflazionata. Capostipite e portabandiera, oltre che fulgido esempio, ne è il Presidente del Senato Marcello Pera.
Ci sono cattolici liberali che poco hanno da spartire con uomini come il notaio Zotta o con i neo_DC, che hanno manifestato ieri nella chiesa di Santa Croce a Potenza. In particolare, vorrei chiedere al notaio per antonomasia della città di Potenza, al secolo Dr. Zotta, ex liberale o presunto tale, cosa intenda quando afferma “seguire la linea Ruini” .
Temo di aver compreso che l’amico Zotta intenda seguire Ruini nel picconamento dello Stato laico e sulla strada della negazione di diritti e libertà.
Al Notaio Zotta, ex pattista, ex liberale e militante di “Insieme per la vita”, dico di guardare con attenzione la trave conficcata nel suo occhio e in quello di Ruini. Rifletta, monsignor Notaio, su quella autentica macchina da guerra e di potere che è la Cei e la Cei Lucana.
Il signor Notaio bacchetta i sacerdoti, colpevoli, a suo dire, di aver dialogato con il sottoscritto. Vorrei davvero rassicurarLo: per quanto io abbia cercato il confronto con il Partito Cei(padrone della vita di 25mila sacerdoti italiani), ad iniziare dalla truffa dell’otto per mille, esso mi è stato regolarmente negato.
In pieno stile ruiniano, si è preferito utilizzare il manganello e l’aspersorio. Del resto, il Notaio sembra invocare gli stessi mezzi e la mia cancellazione dal panorama politico regionale, in quanto portatore di disvalori e ignorante in materia di rapporti tra Stato e Chiesa.
Forse il Notaio voleva dire che il sottoscritto è soggetto indesiderabile e meritevole di essere silenziato, in nome dell’ortodossia di cui sua eminenza Zotta si fa portatore. Certo, devo ammettere di essere indisponibile ad inchini reverendari e curiali, a cui sono costretti, per dirne una, i tanti insegnanti di religione della scuola pubblica.
In quanto alla cosiddetta “visibilità”, poi, a me sembra che la Curia lucana non abbia da lamentarsi.
Eppure, comprendo davvero il fastidio, il livore, del Notaio, esso è quello tipico di tutti i farisei e i sepolcri imbiancati. Comprendo davvero il fastidio che il notaio Zotta prova nei confronti dell’eresia: è della stessa natura che ha nutrito l’animo di tanti inquisitori.
Caro Notaio, di rapporti tra Stato e Chiesa so quanto basta. So, per esempio, che contrariamente a quanto avviene in Italia, negli Usa e in Gran Bretagna le Istituzioni ecclesiali non vengono finanziate dallo Stato. So per certo che il Conte di Cavour, di cui certo lei avrà sentito parlare, ebbe a dire “Libera Chiesa in Libero Stato” e non “Chiesa che tenta di farsi Stato”. So anche che Cristo disse “date a Cesare quel che è di Cesare”.
Quello che mi inquieta, in fondo, è l’odio e il risentimento che sembra emergere dalle sue parole.
E poi, Notaio, ha voluto spendere un fiume di parole; ma proprio lei, ex pattista, non ha trovato lo spazio per commentare il tentativo di tradire la volontà popolare in materia di legge elettorale, espressa chiaramente con il referendum del ’93.
L’aria che tira da un po’ di tempo in questa regione non mi piace: è aria integralista e vaticana.
E soprattutto ho davvero l’impressione che nel consueto gioco delle parti qualcuno stia mandando avanti le teste di cuoio, preoccupato di non so cosa.
I miei rispetti, e perdoni se anziché farle l’inchino, la invito a farsi un bicchiere, così come ebbe a dire il buon Carducci al Cardinale Mastai, fu Pio IX e poi santo al pari di San Bellarmino, inquisitore di Giordano Bruno.
Da Nuova Basilicata 9 ottobre 2005
Stralcio dell’intervento del Notaio pubblicato a pag. 4 a firma Domenico Zotta, Coordinatore Insieme per la Vita
I Cattolici Lucani a braccetto con gli Atei solo per il Potere
…E allora, non resta che chiedervi perché continua una collaborazione qualsiasi con marxisti, materialisti, atei, agnostici, radical-chic ed illuministi dell’ultima ora…Permane sempre il fondato dubbio(per me è una certezza) che tale cooperazione in Basilicata(in particolare) miri esclusivamente alla gestione del potere. E ancora, a tutti i sacerdoti che questa estate si sono dilungati a colloquiare con il leader locale dei radicali, chiedo perché si alimenti il dibattito, visto che l’interlocutore ha evidenziato grosse lacune sul tema della storia dei rapporti passati e recenti fra Stato e Chiesa. E’ chiaro che il nostro resta soddisfatto della polemica per se stessa, che gli permette quella visibilità che i lucani gli hanno negato brutalmente lo scorso 12 giugno…