Dopo il XVI Congresso a Bari / Per una vita indipendente a partire dalle università

di Silvia Sole Savino*

Consentire la vita indipendente di una persona con disabilità significa garantire un diritto costituzionale. Per usare le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo suo discorso di insediamento, infatti, “garantire la Costituzione significa – tra le altre cose – rimuovere ogni barriera che limiti i diritti delle persone con disabilità”.

Questo vale tanto più se ci riferiamo al luogo per eccellenza della cultura: l’università. Eppure, nonostante gli sforzi fatti fino a oggi, sono ancora tanti i piccoli problemi che diventano montagne per chi quotidianamente si trova in condizioni di disabilità.

L’occasione del XVI Congresso dell’Associazione Luca Coscioni a Bari ha consentito l’incontro tra gli altri di due amici e colleghi universitari e l’emersione di diverse criticità: Donatella, affetta da SMA iscritta all’Ateneo, e Matteo, affetto da Atarassia di Friedreich iscritto al Politecnico, entrambi con disabilità al 100% si muovono in carrozzina  più o meno bene nel capoluogo pugliese solo grazie all’aiuto di parenti, amici e colleghi. Ma senza la loro disponibilità? Sono liberi di muoversi? Di arrivare all’università? Purtroppo no. Ecco perché.

Il Comune di Bari ha istituito un Servizio di Trasporto Sociale a chiamata presso sedi prestabilite (le sedi prestabilite sono da ritenersi le strutture specializzate per la riabilitazione fisica e fisioterapica, i luoghi di lavoro, Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari e centri ricreativi) per chi ha una ridotta capacità motoria, con un massimo di due fermate al giorno. Ai cittadini è riconosciuto anche il servizio a chiamata presso sedi non prestabilite, unico limite, la prenotazione al servizio: oltre un certo numero giornaliero, l’appaltatore non garantisce più il servizio.

Il Servizio di Trasporto Sociale è garantito a cittadini con specifici requisiti accompagnati da certificazione attestante la condizione ai sensi della L 104/92 all’art. 3 comma 3, convenzionato con le ASL che redigono e ne riconoscono i richiedenti in un vero e proprio albo.

In base a questo rapporto non è possibile per gli studenti fuorisede con disabilità, che scelgono le università baresi, usufruire di questo servizio: di contro, in risposta a questa esclusione, è garantita loro un’agevolazione sugli abbonamenti ai trasporti dell’AMTAB Spa. Sul sito, infatti, non è menzionato il cavilloso problema della necessaria residenza nel Comune di Bari; tenuto in considerazione il proprio valore ISEE, due click, un paio di foto, un paio di documenti da allegare ed il gioco è fatto, sono riconosciute le stesse ridotte capacità motorie a studenti fuorisede e cittadini residenti nel Comune di Bari. Peccato per lo stato di pedane di sollevamento, alcune (molte) delle quali non funzionano.

Il problema si potrebbe considerare risolto: venendo meno il Servizio di Trasporto Sociale, c’è l’AMTAB… se non fosse però per quel marciapiede non compatibile con le rampe dei bus; la mancata manutenzione, le fermate troppo distanti e non ben progettate in considerazione del traffico cittadino e dell’eccessiva pendenza se poggiate sull’asfalto, spiegano il perché chi con ridotte capacità motorie preferisca evitare questo mezzo di trasporto, il quale utilizzo in principio è stato concepito senza ausilio altrui. In definitiva, chi sceglie le università baresi è costretto a chiedere uno sforzo ai propri familiari, amici, colleghi per continuare a condurre una vita socialmente attiva o comunque rispondente a delle esigenze non proprio esuberanti, come raggiungere un circolo o fare la spesa.

Per questo assieme a Donatella e Matteo, dopo il Congresso dell’Associazione Luca Coscioni, stiamo provando a smuovere l’opinione pubblica e le istituzioni; abbiamo già scritto al dipartimento di Giurisprudenza di Bari chiedendo di adottare un P.E.B.A. (Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche) e sin da subito di eliminare gli ostacoli e le criticità già individuati durante il congresso che impediscono la piena accessibilità alla struttura universitaria.

L’obiettivo è quello di rimuovere tutte le barriere che impediscono agli studenti con disabilità di essere indipendenti negli spostamenti. La negata libertà di movimento, infatti, allontana la persona dal raggiungimento dei propri scopi; un caffè con un amico o anche semplicemente la laurea. Non consentire una vita davvero indipendente, poi, rischia di indurre gli studenti che hanno una disabilità a una chiusura nel proprio nucleo familiare o nel non proseguimento degli studi. Le strutture universitarie, i mezzi di trasporto, il supporto non compatibile aumenta il rischio di una non iscrizione o di un abbandono o  di una partecipazione limitata alla vita universitaria.

Quello che vogliamo fare ora con l’Associazione Luca Coscioni non è raccontare e disquisire su quel che è necessario o sulla sensibilità verso argomenti riguardanti la disabilità: l’intento ora è trovare una soluzione semplice, funzionale ma soprattutto rapida alle questioni poste da Matteo e Donatella. 

 

*Studentessa Giurisprudenza Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”