Per la Cassazione la cannabis è coltivabile se domestica e per uso personale

Piantine di cannabis

Il monito dell’Associazione Luca Coscioni: “Il parlamento si svegli!”

Nel 2019 la questione relativa alla disparità di sentenze in merito alla coltivazione domestica di cannabis era stata rimessa alle sezioni unite penali della Corte di Cassazione.

Il 16 aprile è stata pubblicata la sentenza che afferma che “il reato di coltivazione di stupefacenti è configurabile indipendentemente dalla quantità di principio attivo ricavabile nell’immediatezza, essendo sufficienti la conformità della pianta al tipo botanico previsto e la sua attitudine, anche per le modalità di coltivazione, a giungere a maturazione e a produrre sostanza stupefacente; devono però ritenersi escluse, in quanto non riconducibili all’ambito di applicazione della norma penale, le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica, che per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante, il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile, la mancanza di ulteriori indici di un loro inserimento nell’ambito del mercato degli stupefacenti, appaiono destinate in via esclusiva alluso personale del coltivatore”.

“Questa decisione” ha affermato Marco Perduca dell’Associazione Luca Coscioni “stabilisce una volta per tutte la non punibilità della produzione domestica per uso personale. Una buona notizia per questi giorni in cui l’approvvigionamento era caduto vittima del lockdown e un chiaro segnale di nulla osta al Parlamento affinché riveda norme contrarie al buon senso e alla proporzionalità delle sanzioni penali e amministrative previste per quella attività. Tra le varie proposte depositate dal 2016 c’è anche la legge d’iniziativa popolare Legalizziamo.it“.

Anche di questo parleremo agli Stati Generali della Cannabis co-promossi dall’Associazione Luca Coscioni che si terranno online il 20 aprile giornata mondiale della marijuana. QUI per informazioni