Paraolimpiadi: un capitolo di totale eguaglianza per i disabili

Alessandro Frezzato
Si sono aperte per la prima volta in Italia le Paraolimpiadi, al quale parteciperanno 535 atleti provenienti da 39 paesi: finalmente le persone disabili nel nostro paese potranno vivere e sentirsi uguali ai normodotati.

Lo slogan lanciato per queste paraolimpiadi è: “La passione supera ogni sfida”, sono parole significative e veritiere, ma purtroppo ancora oggi non sempre è possibile, perché il portatore di handicap incontra degli ostacoli legati a barriere culturali, che sono le più subdole e difficili da debellare.

Mi riferisco al campo lavorativo, dove la persona disabile magari non viene assunta perché si crede che questa situazione fisica possa influire negativa nel lavoro che devono svolgere, sui rapporti interpersonali. E ciò solo per stupida ignoranza.
Perché si preferisce frequentare una persona normodotata in grado di muoversi liberamente, e/o questo vale anche per i rapporti inerenti la sfera sentimentale e sessuale.

Personalmente come radicale affetto da distrofia muscolare credo che la battaglia per il superamento di ogni forma di barriera culturale e architettonica, sia vitale e indispensabile per tutte le persone come me e/o con qualsiasi altro handicap.
Per arrivare a tale traguardo però bisognerebbe partire dall’eliminazione di ogni chiusura mentale nei confronti di tutte le diversità presenti nelle società, perché la diversità non è una mancanza ma anche una ricchezza in più per tutti.

Il Presidente della Repubblica “Carlo Arzelio Ciampi, in occasione della cerimonia di inaugurazione della manifestazione ha detto: “Le Paralimpiadi sono una bella prosecuzione delle Olimpiadi invernali e ci danno qualcosa di più: la gioia di vivere”.
Queste parole mi appartengono.