In provincia di Rieti depositate 278 DAT, una ogni 550 abitanti

È il risultato dell’indagine condotta dall’Associazione Luca Coscioni in collaborazione con Sabina Radicale.

Il Comune di Rieti ha fornito i dati solo quando, dopo diversi solleciti, è stato coinvolto il Difensore civico regionale

Una recente indagine realizzata dall’Associazione Sabina Radicale in collaborazione con l’Associazione Luca Coscioni fa luce sulla situazione del deposito delle DAT in provincia di Rieti, a tre anni dalla legge che ha istituito le Disposizioni Anticipate di Trattamento (il cosiddetto “testamento biologico”). 

Sono stati raccolti i dati di tutti i 73 comuni della provincia, in cui sono distribuiti i 150mila abitanti, anche se per due comuni, quello di Collevecchio e Rieti è stato necessario ricorrere alla sollecitazione del Difensore Civico regionale; il capoluogo, dopo aver ignorato ben sei richieste inoltrate in tre mesi dal comune cittadino. Dunque, il Difensore Civico si rivela un arma efficace, a cui il cittadino può con fiducia far ricorso.

Dall’indagine, che fa seguito a quella effettuata su scala nazionale dall’Associazione Luca Coscioni a fine 2019, emerge che dal 2018 sono state depositate DAT nel 47% dei comuni nella provincia di Rieti, per un totale di 278 DAT, con un rapporto di una DAT ogni 550 cittadini.

Le DAT si concentrano per il 65% in Sabina (che copre 60mila abitanti) dove ne è depositata una ogni 349 abitanti. Una ogni 926 cittadini invece nel resto della provincia, con Rieti e la conca reatina a 850, il Cicolano e Turano a 1700, l’alta valle del Velino a 950. I più grandi comuni privi di DAT, di duemila abitanti, sono Poggio Bustone, Cantalice, Leonessa, Amatrice, Antrodoco e (unico fra questi in Sabina) Stimigliano.

 

I comuni (tutti in Sabina) con il più alto tasso di deposito DAT sono Collevecchio (1 ogni 88 cittadini), Toffia (1 ogni 94 cittadini), Magliano Sabina e Vacone (113), Roccantica (134) e Poggio Nativo (139). Negli altri territori, Castel Sant’Angelo (178) e Borgo Velino (188). Il comune con più DAT, dopo Rieti con 72 DAT su 46mila abitanti, è Fara in Sabina, secondo più popolato con 14mila abitanti che ne ha 34, poi Magliano Sabina con 32.

Solo l’7% delle DAT sono state depositate nel 2020 e il 74% si concentra tra seconda metà 2018 e prima metà 2019. Riguardo il versamento delle DAT alla Banca Dati Nazionale, in solo 5 casi i comuni hanno segnalato di non averlo ancora fatto, avendo così l’indagine stessa dato loro l’opportunità di adempiere a questo importante passo della procedura. 

Colpisce la notevole differenza nel tasso di depositi tra la Sabina, pur territorio “rurale” ed il resto della provincia. È ovviamente una differenza che si riscontra anche in molte altre occasioni ed indicatori, ma meraviglia una così marcata differenza su un tema che riguarda tutti indistintamente, e la cui informazione non crediamo sia stata veicolata differentemente a seconda dei territori.

È probabilmente opportuno uno sforzo di comunicazione da parte delle istituzioni, anche locali; comunicazione che diventa “dovuta” nel caso della ASL, che su questo è inadempiente alla legge stessa che le prescrive l’obbligo di informazione”, ha dichiarato Marco Giordani dell’Associazione Sabina Radicale. 

Di fronte al perdurare dell’assenza della Relazione annuale al Parlamento, è ancora una volta la cittadinanza e l’attivismo a dover estrapolare dati che possano aiutare a far luce sulle eventuali problematicità di applicazione della legge sulle DAT”, ha dichiarato Matteo Mainardi, coordinatore campagna Eutanasia Legale, “La differenza dei dati sui depositi riscontrati anche nella provincia di Rieti, è esclusiva responsabilità della politica. Quella nazionale per la mancanza di una campagna informativa, e quella locale per le difficoltà che i Comuni frappongono ai cittadini.

Una ricerca commissionata nel 2019 dall’Associazione Luca Coscioni a SWG, faceva emergere come per l’84% degli italiani le istituzioni non hanno correttamente informato i cittadini sui loro diritti e su come redigere un testamento biologico, mentre il 71% non è a conoscenza del procedimento per il deposito delle DAT.

Anche per questo abbiamo dato vita a un Numero Bianco a disposizione dei cittadini per avere informazioni sui propri diritti anche sulle tematiche collegate alle DAT, le cure palliative e l’interruzione delle terapie“.