Starace su Fondo DCA: “Non rifinanziarlo è una scelta irresponsabile”

Nota di Fabrizio Starace, consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni

Il mancato rifinanziamento del Fondo nazionale per i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) è una scelta irresponsabile che non tiene conto delle evidenze epidemiologiche e mette a rischio un settore estremamente delicato del sistema di cura per la salute mentale.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità i disturbi alimentari come anoressia e bulimia sono divenuti “una vera e propria emergenza di salute mentale per gli effetti devastanti che hanno sulla salute e sulla vita di adolescenti e giovani adulti”. I DCA costituiscono la seconda causa di mortalità tra i giovani e la loro diffusione ha registrato una crescita esponenziale negli anni post-pandemia: si è passati infatti da 680.569 casi intercettati dai servizi nel 2019 a 1.450.567 nel 2022 (dati della Survey nazionale Ministero della Salute).

Con i 25 milioni del Fondo nazionale sono stati finanziati progetti di prevenzione, programmi terapeutici e di riabilitazione nutrizionale, centri residenziali e semi-residenziali. Sono stati assunti centinaia di operatori tra psicologi, nutrizionisti, psichiatri e neuropsichiatri infantili. Ora le attività sono a rischio chiusura e agli operatori non potranno essere rinnovati i contratti in essere.

E mentre professionisti, utenti e familiari denunciano questa situazione, apprendiamo che in Commissione Sanità del Senato è stata incardinata la discussione sul disegno di legge Balboni che introduce nel codice penale il reato di istigazione a pratiche idonee a provocare un disturbo del comportamento alimentare, prevedendo a seconda dei casi pene che arrivano ai 4 anni di reclusione. Non c’è bisogno di scomodare Foucault per rilevare che dall’etica della cura si va via via affermando il modello della “società disciplinare” che vede nella proliferazione dei reati e delle punizioni lo strumento elettivo per il controllo sociale.