Solo altre 10 iniziative di cittadini europei (ICE) in 13 anni ci erano riuscite. L’Italia è terza per le firme raccolte.
La campagna europea My Voice, My Choice ha superato il milione di firme, segnando un primo traguardo fondamentale nella lotta per il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza sicura e accessibile in tutta l’Unione europea. Questo successo, ottenuto grazie al supporto di oltre 40 organizzazioni italiane e alla mobilitazione di cittadini in tutta Europa, dimostra l’urgenza di garantire diritti e libertà fondamentali per tutte le persone.
“È una tappa importante verso il riconoscimento del diritto all’aborto sicuro nell’Unione europea – hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato – ora dobbiamo raccogliere le 200.000 firme di sicurezza per garantire che il 2025 sia l’anno in cui la Commissione von der Leyen dia una risposta. Come Associazione Luca Coscioni, continueremo la raccolta firme in tutta Italia grazie all’impegno delle nostre cellule, che hanno portato l’Italia a essere il terzo Paese per firme raccolte”.
➡ Gli obiettivi di My Voice My Choice
L’iniziativa dei cittadini europei (ICE) My Voice, My Choice chiede all’Unione europea di istituire un meccanismo finanziario che supporti gli Stati membri nell’assicurare l’accesso all’aborto sicuro. Con il raggiungimento di un milione di firme, questa ICE potrebbe unirsi alle sole dieci altre che hanno avuto successo nella storia europea. Tuttavia, la raccolta non si ferma: per garantire che la proposta venga esaminata dalla Commissione europea, è necessario raggiungere una soglia di sicurezza di 1,2 milioni di firme.
Con oltre 140.000 firme raccolte, l’Italia è il terzo Paese per partecipazione, dimostrando quanto questo tema sia sentito dalla popolazione. L’impegno dell’Associazione Luca Coscioni, attraverso le sue cellule territoriali, ha giocato un ruolo chiave nel sensibilizzare il pubblico e promuovere la campagna.
La raccolta firme continua fino al raggiungimento della soglia di sicurezza, per garantire che il 2025 diventi l’anno in cui la Commissione europea si pronunci formalmente sulla proposta.
➡ La sfida dei dati sull’applicazione della legge 194 in Italia
In Italia è difficile sapere come è applicata la legge 194 perché abbiamo dati vecchi e aggregati per media regionale, come evidenziato dall’indagine “Mai Dati”. Per cercare di colmare la mancanza di dati completi e aggiornati per singola struttura, le giornaliste Chiara Lalli e Sonia Montegiove hanno chiesto direttamente alle Regioni di fornire informazioni disaggregate e più recenti rispetto a quelle pubblicate dal Ministero della Salute. Tuttavia, i dati inviati risultano spesso incompleti e difficilmente consultabili, e non tutte le Regioni hanno risposto.
“Mai Dati 2” include dati disaggregati del 2022 e del 2023 per alcune Regioni, come la Lombardia, che però oscura alcune informazioni.
“Una delle parti più surreali della relazione – commentano Lalli e Montegiove – e forse più significativa dell’inutilità di rendere pubbliche le informazioni in questo modo è l’Appendice A, in cui le singole strutture sono indicate come struttura 1, struttura 2, struttura 3. Le uniche strutture individuabili sono quelle presenti in Regioni con un unico punto IVG, come Valle d’Aosta, Molise o la Provincia Autonoma di Bolzano. Sapere cosa succede in una struttura X o # serve a poco, così come conoscere una media regionale. Sarebbe fondamentale avere tutte le informazioni con i nomi e gli indirizzi delle strutture, aggiornate e trasparenti”.
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.