Prendo atto che a fronte della mobilitazione clericale e antireferendaria, astensionista e antiliberale, ulteriormente ringalluzzita dalle centinaia di ore di propaganda Vaticana a reti unificate e dagli atti di contrizione e ostentazione dell’intera classe politica regionale, il pur presente, sulla carta, Comitato referendario regionale per i 4 è, in queste ore, letteralmente annichilito, incapace persino di balbettare o biascicare uno straccio di dichiarazione sulla vergognosa scelta del 12 e 13 giugno, quale data destinata alla consultazione referendaria. Scelta, che, è bene sottolinearlo, fa il paio con un’altra vergognosa decisione, quella presa dal Governo Prodi-Napolitano nel 1997.
Apprendo da un lancio di agenzia della costituzione dell’ennesimo Comitato astensionista nella città dei Sassi; un Comitato che può contare sulla presenza e la militanza dello stesso arcivescovo della diocesi Matera –Irsina, Monsignor Francesco Ligorio. Non possiamo non rendere merito al fronte dei favorevoli alla 40/2004 di una mobilitazione capillare, di una militanza attiva, che, come sempre, onora chi lotta per difendere le proprie idee e le proprie convinzioni, mobilitazione che certo non esita a servirsi anche delle parrocchie e ad utilizzare “scomuniche