Dopo aver ottenuto il parere favorevole del Comitato Etico sulla presenza dei 4 requisiti per l’accesso al suicidio assistito, Mario, 43 anni, malato tetraplegico marchigiano, nei giorni scorsi tramite i suoi legale dell’Associazione Luca Coscioni ha diffidato nuovamente la Asur (Azienda Sanitaria Unica Regionale) Marche, perché inadempiente in merito all’ordine emesso dal Tribunale di Ancona di verifica anche sul farmaco letale che Mario assumerà con autosomministrazione.
Questo è, infatti, l’ultimo passaggio da effettuare, si spiega, prima di poter accedere legalmente alla morte medicalmente assistita, secondo l’iter stabilito dalla sentenza Cappato/Antoniani della Corte costituzionale.
Ora, dopo la diffida, la battaglia personale e politica al fianco dell’associazione del segretario Filomena Gallo, anche coordinatore del suo collegio di difesa e del tesoriere Marco Cappato, passa dall’invio di una lettera all’indirizzo dell’Asur Marche, del Comitato Etico, del Ministro della Salute Roberto Speranza e del Presidente del Consiglio Mario Draghi, tutti gli attori in grado di intervenire (non solo “monitorare” come ha comunicato nei giorni scorsi il Ministro Speranza) per sbloccare l’ennesima violazione in atto di obblighi da sentenza costituzionale e dell’ordine Tribunale di Ancona per accedere legalmente al primo suicidio medicalmente assistito in Italia.
Di seguito la lettera integrale:
A Direttore AV2 Dott Giovanni Guidi;
Presidente Comitato etico regionale Dr. Paolo Pelaia;
Direttore generale Asur Marche Nadia Storti;
Ministro della Salute Roberto Speranza;
Presidente del Consiglio Mario Draghi
Buon giorno,
Vi scrivo per farvi conoscere come le mie condizioni fisiche siano peggiorate in questi 15 mesi interminabili di attesa fatta di agonia e tortura quotidiana.
Comincio dai dolori fisici che sono in costante aumento dalle spalle, le articolazioni, i muscoli del collo, le scapole, la colonna vertebrale, tant’è che questa estate quelle poche ore il pomeriggio che fino l’anno scorso riuscivo a stare seduto sulla mia carrozzina sul terrazzo a prendere un po’ di aria buona sono state massacranti e non vedevo l’ora di tornare sul letto, su cui, specialmente il pomeriggio, a causa delle contrazioni, sono costretto a legarmi per non rischiare di cadere.
Dall’anno scorso a settembre sono costretto a tenere h24 la sacca per i lavaggi vescicali, perché da 10 anni ho catetere fisso e spesso a causa dei calcoli ho otturazioni e se non fosse stato per la velocità anche fuori servizio del mio infermiere sarei morto a causa dello scoppio della vescica e l’innalzamento della pressione arteriosa e i dolori lancinanti come se avessi dei chiodi sulla testa.
In più ho avuto emorragie nel cambiare catetere, la stessa vescica mi dà dolori continui a causa dei tanti anni che ne faccio uso. Nei giorni in cui vado di corpo grazie a manovre invasive, manuali e dolorose, sono costretto a stare più di due ore girato sul semi fianco sinistro per tutta la giornata. Ciò determina forti dolori, pressione bassa e faccio fatica anche a parlare, lo stesso parlare con i miei polmoni, anzi il mezzo polmone perché la mia capacità polmonare è quella spesso e volentieri mi affatica sempre più.
A gennaio 2021 ho avuto una bronchite pur avendo fatto più di dieci vaccini, e non avendo muscoli addominali se mia madre non faceva la tosse assistita schiacciando sulla pancia circa trenta volte al giorno rischiavo di morire soffocato.
Anche nel mangiare e nel bere a causa della trachea deviata dal secondo intervento se non faccio attenzione – ultimamente – rischio che nel deglutire mi vada il cibo e l’acqua di traverso e mi è capitato più di una volta. Il mio cuore è spesso in tachicardia.
Queste cose che vi ho scritto le trovate nelle mie cartelle cliniche e sono state verificate anche dai dottori dell’equipe medica che mi hanno visitato e visto di persona e hanno constatato il mio stato di salute. Mi chiedo: quanto dovrò ancora aspettare per la verifica ordinata dal tribunale di Ancona del farmaco?
Mi state condannando a soffrire ogni giorno di più ed essere torturato prima di ottenere l’ok per l’aiuto al suicidio assistito, che a seguito delle verifiche sulle quattro condizioni, mi spetta di diritto come stabilito dalla Corte costituzionale.
Ho fatto tutto e di più nel rispetto della legge ma chi ha il diritto di dirmi che psicologicamente non sto soffrendo, chi può dire che la soglia del mio dolore non ha superato il limite e chi può dire che le umiliazioni che ricevo e la soglia della mia dignità non è arrivata al limite della sopportazione?
Ora basta e chi di dovere si prenda le sue responsabilità, c’è un ordine di un Giudice.
Senza più se è senza più ma, state calpestando un diritto a me riconosciuto e il vostro comportamento di una gravità assoluta mi state costringendo a soffrire giorno per giorno, mi state torturando.
Vi chiedo di fare presto, forse volete aspettare che mia madre mi trovi morto sul letto o che vada a morire all’estero. No ora il tempo è veramente scaduto, e voi tutti avete la responsabilità di ogni attimo di sofferenza e dolore insopportabile dal 27 agosto 2020 ad oggi.
Vi porgo i miei più cordiali saluti,
Mario
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.