Mario, ecco la nostra risposta alla Regione Marche

“Suicidio medicalmente assisito: sarà il Tribunale di Ancona a decidere”, questa la nota di Palazzo Raffaello

Filomena Gallo e Marco Cappato attaccano: “Una grave trappola burocratica messa in atto ai danni di Mario da 14 mesi, il Tribunale si è già espresso“.

Di seguito la nota del Segretario e del Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni

La precisazione della Regione Marche, sul parere del Comitato Etico, conferma la gravità della trappola burocratica che è stata tesa contro Mario da 14 mesi. La Regione forse dimentica che, su questo, lo scorso 9 giugno, i giudici del Tribunale di Ancona si sono già espressi, con un’ordinanza immediatamente applicativa, passata in giudicato e definitiva.

Con quella sentenza il Tribunale di Ancona aveva ordinato alla Azienda unica sanitaria regionale delle Marche di eseguire tutte le verifiche necessarie a stabilire che Mario fosse in possesso delle 4 condizioni previste dalla sentenza della Corte Costituzionale.

Il Comitato etico lo ha fatto, ha accertato che Mario rientra dunque nelle condizioni stabilite dalla Consulta per ottenere l’aiuto al suicidio, ma non ha validato le modalità tecniche per l’autosommnistrazione del farmaco.

Ciò che la Regione non dice, nella sua precisazione, è che la responsabilità di definire delle procedure tecniche non è del malato, ovviamente, ma del Servizio sanitario, che però si rifiuta di farlo. Se necessario e se i tempi dovessero dilatarsi ancora, siamo pronti, ancora una volta, ad azionare tutti gli strumenti necessari per far rispettare il diritto di Mario a porre fine alle proprie sofferenze”.