Il 30% dei detenuti è dentro per piccolo spaccio, record “tossicodipendenti”.

Pubblicato il XIII Libro Bianco sulle Droghe

Sono 230.000 fascicoli intasano i tribunali. Il commento di Marco Perduca: “No proibizionismo, a quando le riforme?”

Il Libro Bianco sulle droghe, giunto alla tredicesima edizione, è un rapporto indipendente sugli effetti del Testo Unico sugli stupefacenti (DPR 309/90) sul sistema penale, sui servizi, sulla salute delle persone che usano sostanze  e sulla società.  È promosso da Associazione Luca Coscioni, La Società della Ragione, Forum Droghe, Antigone, CGIL, CNCA, ARCI, LILA e Legacoopsociali.  Ogni anno  viene  presentato  in  vista del  26  giugnoGiornata mondiale sulle Droghe, nell’ambito della campagna internazionale di mobilitazione Support! don’t Punish che chiede politiche sulle droghe rispettose dei diritti umani e delle evidenze scientifiche e che quest’anno coinvolgerà oltre 250 città in circa 100 paesi.

Il coordinatore della campagna Legalizziamo!e presidente del Comitato referendario Cannabis legale, Marco Perduca  commenta: “Salvo sorprese dell’ultima ora, questa legislatura non verrà ricordata per riforme sulle “droghe” anzi, grazie al Ministro Speranza son stati creati irragionevoli ostacoli alla cannabis con CBD ed è stata proibita l’Ayahuasca.

Spudorata invece la decisione della Consulta con l’inammissibilità del Referendum, che ha proibito al voto la riforma necessaria sulla cannabis: toglierla dalle maglie del diritto penale. Nel Libro Bianco viene pubblicata per la prima volta come contributo al dibattito la memoria presentata dal Comitato Promotore del Referendum Cannabis Legale insieme alla sentenza di inammissibilità 51/2022.

Oltre a queste è pubblicata la trascrizione integrale della conferenza stampa del Presidente Amato sul referendum cannabis che tanto scalpore ha fatto per metodo, toni e merito insieme a commenti precedenti e successivi il giudizio della Corte, a supporto dell’ammissibilità del quesito. Oltre 600.000 cittadini si sono visti privare dei propri diritti costituzionali per una interpretazione discutibile e certamente fuori dal tempo sia della Costituzione che delle convenzioni internazionali”.

I dati in pillole delle conseguenze penali e sanzionatorie del DPR 309/90. Droghe e la repressione

 ➡ Il 30% dei detenuti entra in carcere per detenzione o piccolo spaccio

10.350 dei 36.539 ingressi in carcere nel 2021 sono causati da imputazioni o condanne sulla base dell’art. 73 del Testo unico. Non è vero quindi che “gli spacciatori non vanno in carcere”: sono invece il 28,3% degli ingressi totali molti dei quali vi restano, come dimostrano i dati seguenti. Sono lontani gli effetti della sentenza Torreggiani della CEDU e dell’adozione di politiche deflattive della popolazione detenuta.

 ➡ Il 35% dei detenuti presente in carcere sono per reati connessi con il DPR 309/1990

Sostanzialmente stabile la percentuale dei presenti per droghe è il 34,88% del totale (nel 2021 era il 35,04%). Sui 54.134 detenuti in carcere al 31 dicembre 2021 si registra un leggero calo dei presenti a causa del solo art. 73  del  Testo  unico  (spaccio):  sono  11.885.  In aumento quelli in associazione con l’art. 74 (associazione per traffico illecito di droghe) 5.971. Aumentano anche i detenuti esclusivamente per l’art. 74, che superano per la prima volta quota mille: sono 1.028.

 ➡ Record di incidenza delle presenze di detenuti che usano sostanze: oltre il 28% sono definiti “tossicodipendenti”

Si confermano drammatici i dati sugli ingressi e le presenze di detenuti definiti “tossicodipendenti”1: lo sono il 35,85% di coloro che entrano in carcere, mentre al 31/12/2021 erano presenti nelle carceri italiane 15.244 detenuti “certificati”, il 28,16% del totale più di 1000 in più rispetto all’anno precedente. Si tratta del record percentuale, oltre i livelli della Fini-Giovanardi (27,57% nel 2007), alimentato dall’aumento degli ingressi in carcere di persone che usano sostanze.

LE CONSEGUENZE SULLA GIUSTIZIA

OLTRE 230.000 FASCICOLI PER DROGHE INTASANO I TRIBUNALI ITALIANI

Le  persone  coinvolte  in  procedimenti  penali  pendenti  per  violazione  dell’articolo  73  e  74  sono rispettivamente 186.517 e 45.142. In totale 231.659 fascicoli per droghe intasano i tribunali italiani, dato

 

n.b. Utilizziamo la dizione “Tossicodipendenti” esclusivamente in quanto è quella utilizzata a fini statistici dal Ministero, la definizione corretta sarebbe “persone che usano sostanze” (PUD).