L’urgenza di un intervento legislativo si profilò già per il caso Welby, e divenne ancor più pressante, quando il caso Englaro fu portato all’autorità giudiziaria e deciso dopo un laborioso procedimento. Il clima di contesa tra poteri, che colorò la sentenza dei giudici come un atto di usurpazione di prerogative legislative, fino a produrre un conflitto di attribuzione tra Parlamento e magistratura dinanzi alla Corte costituzionale, parve sollecitare la via di una legge. La attendiamo e la auspichiamo ancora, più che mai. In primo luogo, perché vicende dolorose di vite protratte o di morti differite sono assai più numerose di quante non rivelino le cronache, e destinate a moltiplicarsi in ragione dei progressi della biomedicina e dell’uso dei suoi ritrovati. In secondo luogo, perché la società non è attraversata e guidata da persuasioni univoche dinanzi al rispetto della vita e della morte. Da un lato è in discussione la competenza e la decisione del medico .
Del resto, non è neppure la prima volta che De Luca ingaggia e vince durissime battaglie interne: quando si ricandidò a sindaco di Salerno, lo fece alla testa di una lista civica contro il centrodestra e il centrosinistra ufficiale. Poi, dopo una breve sospensione, riprese la tessera. Queste elezioni regionali stanno mostrando una vasta gamma di conflitti tra partiti e leadership territoriali. Ed è soprattutto al Sud che i conflitti acquistano valenza politica. Probabilmente ciò dipende anche dalla struttura dei consenso nel Mezzogiorno. Marestano i farti: il governatore uscente della Puglia, Nichi Vendola, ha sconfitto il gruppo dirigente del Pd che sosteneva Francesco Boccia, per di più sulla base di una forte motivazione politica come l`alleanza con l’Udc; il governatore uscente della Calabria, Agazio Loiero, sta ponendo la propria ricandidatura come pregiudiziale di ogni trattativa; per non parlare dei guai del Pdl, che in Sicilia ha subito lo schiaffo di Raffaele Lombardo, che ha scaricato la sua maggioranza e ora minaccia addirittura un ribaltone.
Sulla debolezza dei partiti sono stati scritti trattati. La crisi è figlia di una mutata gerarchia di poteri e di accelerate dinamiche sociali. A ciò va aggiunto il presidenzialismo di fatto che si sta affermando nel sistema (e che nelle Regioni assume i caratteri di un presidenzialismo «assoluto» senza contrappesi), In questo quadro i partiti sono ulteriormente penalizzati. Ma i carismi personali possono essere anche un`opportunità oltre che un limite. II problema è coniugare l`originalità della leadership con quel tasso di coesione necessario ad identificare coree partito un corpo altri- menti informe. Il caso di De Luca si presenta comunque «irregolare» sotto diversi profili. Il governatore uscente è Antonio Bassolino, non lui. Bassolino ha prima cercato di lasciare il suo testimone ad una nuova coalizione di centrosinistra allargata all’Udc. Poi ha tentato di rimettere insieme la sua maggioranza, partendo dalle forze politiche e non dai nomi. Ma il potenziale «personale» di De Luca ha travolto lo schema e ora tocca al partito lavorare per rimuovere gli ostacoli nella coalizione, sperando di utilizzare al meglio la capacità del candidato di «sfondare» nell’elettorato di centrodestra.
Ciclicamente si ripropone la suggestione del Partito del Sud, i cui vettori sarebbero proprio i suoi «cacicchi». Ma a ben guardare i carismi personali contrastano anche con questo tipo di aggregazione, a meno di non pensare alla Lega Sud come ad una serie di rivendicazioni territoriali tra loro giustapposte. Forse toccherebbe proprio ai governatori in carica costruire aree di governo condiviso, «sovra regionale», per affrontare alcuni decisivi dossier del Mezzogiorno (a partire dalle grandi opere infrastrutturali). Ma intanto i carismi personali condizionano pure le forme della politica. L’infeudamento del Pd è il punto dal quale Bersani è stato costretto a partire. Ieri spiegava che il processo di ricostruzione passa dalle decisioni democratiche assunte nega organi collegiali.
In Puglia il Pd ha deciso all`unanimità per Boccia, perciò oggi può restare unito a sostegno di Vendola e domani, se Vendola vincerà, tentare di riaprire il dialogo con l’Udc. In Campania il Pd all`unanimità ha decisole primarie e ora nessuno può mettere in discussione De Lucavisto che gli sfidanti si sono ritirati. In Calabria tutto può accettare Bersani tranne che Loiero dica: o il candidato sono io o salta tutto. Naturalmente il giudizio che conta sarà quello degli elettori a fine marzo. Ma la competizione è aperta anche nei partiti (e l’idea stessa di partito è un po` da rifondare).
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