Chiediamo al ministro Schillaci di garantire l’aborto farmacologico in regime ambulatoriale

La legge 194 compie 46 anni

A 46 anni dall’approvazione della legge 194 sulla interruzione volontaria della gravidanza e a 15 anni dalla introduzione della procedura farmacologica, l’effettiva possibilità di accedervi è negata o incerta per molte donne. Infatti, nonostante le linee di indirizzo ministeriali del 2020 prevedano il regime ambulatoriale, con autosomministrazione a domicilio del secondo farmaco, l’aborto farmacologico è, in diverse regioni, ancora effettuato in regime di day hospital, se non addirittura in regime di ricovero ordinario.

Per questo, l’Associazione Luca Coscioni ha inviato una lettera aperta al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, con la richiesta di vigilare, tramite i presidenti di Regione, sulla piena applicazione della legge 194 del 1978. Nella lettera si chiede anche agli assessori alla Salute di approvare con urgenza procedure chiare, definite e uniformi per la IVG farmacologica in regime ambulatoriale. Infine, l’Associazione sollecita la Conferenza Stato-Regioni, i Presidenti dei consigli regionali e gli assessori alla Salute ad assicurare l’appropriatezza delle procedure per l’IVG e per il trattamento dell’aborto spontaneo, garantendo alla donna la possibilità di scegliere la procedura di IVG farmacologica in regime ambulatoriale, con autosomministrazione del secondo farmaco presso il proprio domicilio.

Dichiara Filomena Gallo, avvocata e Segretaria dell’Associazione Luca Coscioni: “Chiediamo al Ministro Schillaci e alle Regioni un intervento urgente per garantire la piena accessibilità della procedura farmacologica dell’interruzione volontaria di gravidanza per tutte le donne, indipendentemente dalla loro Regione di residenza. Inoltre, come sottolineano gli esperti dell’Associazione Luca Coscioni, l’autosomministrazione a domicilio del misoprostolo è sicura e sostenuta dall’OMS e dalle principali società scientifiche internazionali, sulla base di una vasta letteratura scientifica, è preferita dalle donne e comporta una spesa minore per il nostro Sistema sanitario nazionale. Chiediamo pertanto che tutte le regioni si adeguino alle linee guida internazionali, eliminando ogni ostacolo all’accesso alla procedura, senza alcuna differenza territoriale”.

Aggiungono Mirella Parachini, ginecologa e Vice-segretaria dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS, e Anna Pompili, ginecologa, Consigliera generale dell’Associazione Luca Coscioni, co-fondatrice dell’Associazione medici italiani contraccezione e aborto: “Nonostante l’articolo 15 affidi ‘alle Regioni, d’intesa con le Università e gli Enti Ospedalieri’, il compito di assicurare alle donne l’accesso alle ‘tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza’ e nonostante le linee di indirizzo ministeriali del 2020 prevedano il regime ambulatoriale, con autosomministrazione a domicilio del secondo farmaco, spesso per l’IVG farmacologica è ancora previsto il ricovero in regime di day hospital (DH), se non addirittura in regime di ricovero ordinario. le differenze territoriali sono profonde”.

Conclude Marcello Crivellini, docente di analisi e organizzazione di sistemi sanitari presso il Politecnico di Milano e Consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni: “Questa situazione contrasta con il principio fondamentale dell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie. Le ospedalizzazioni inappropriate costituiscono un ingiustificato pericolo per la salute, comportano un inutile spreco di risorse per il nostro sistema sanitario nazionale e sono un ostacolo all’accesso all’IVG”.

Nel contempo rimangono ancora in corso le iniziative dell’Associazione Coscioni per una riforma della legge 194 del 1978, la richiesta di dati aperti e a breve con Chiara Lalli, giornalista e bioeticista, e Sonia Montegiove, giornalista e informatica, potrà essere aggiornata la mappatura di Mai Dati, e la richiesta che nei parametri LEA sia inserito un indicatore sulla corretta applicazione della legge 194.

L’Associazione Coscioni ha inoltre aderito all’Iniziativa dei Cittadini Europei sull’aborto My Voice, My Choice, che ha raccolto oltre 300mila firme in un mese. Con l’obiettivo di raccogliere 1 milione di firme entro aprile 2025, l’iniziativa si propone di chiedere alla Commissione Europea di istituire un supporto finanziario agli Stati membri, al fine di garantire a chiunque in Europa non abbia ancora accesso all’aborto sicuro e legale la possibilità di mettere fine alla gravidanza in condizioni di sicurezza.

➡ Risorse utili