Una proposta di legge per regolamentare, per quanto di competenza regionale, il suicidio medicalmente assistito come da previsione della sentenza 242/2019 della Corte costituzionale, è stata bocciata in Puglia perché “in contrasto con il programma di Governo”.
“Nel condividere la preoccupazione di molti su quello che può accadere nel nostro Paese con un nuovo Governo”, ha commentato Marco Cappato, “sono convinto che, se non capiamo quello che accade anche nel campo progressista, soprattutto ai vertici, ci troveremo totalmente impreparati ad affrontare qualsiasi scenario di questo tipo”.
Il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni continua: “Il caso della legge pugliese è un chiaro esempio. Anche noi come Associazione Luca Coscioni non eravamo soddisfatti di quel testo, ma affossare la legge senza fare alcun tentativo di miglioramento, girare la testa dall’altra parte di fronte a situazioni estreme di dolore e sofferenze insopportabili nelle fase finali della vita è da irresponsabili. La competenza regionale ovviamente non è quella di decidere se l’eutanasia è legale o meno, ma fornire delle procedure del Servizio Sanitario regionale per rendere celere e non farraginosa l’applicazione di regole nazionali stabilite dalla Corte Costituzionale, in modo da garantire i diritti del paziente ed evitare altri casi come quello di Federico Carboni, che ci ha messo più di due anni per vedere riconosciuto il proprio diritto”.
“La legge regionale sarebbe dunque dovuta servire a definire garanzie di procedure per pazienti, medici e sistema sanitario”. E conclude Cappato: “Al Numero Bianco, la infoline gratuita dell’Associazione Luca Coscioni, arrivano tante richieste di pazienti che vogliono supporto nelle loro scelte di fine vita. Se una paziente o un paziente pugliese domani chiedesse di essere aiutato a morire, la Regione Puglia avrebbe il dovere legale di fornire questo tipo di aiuto”.
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.