Lea e nomenclatore: quanto ancora occorre aspettare?

Al Ministro della Salute

Beatrice Lorenzin

 

Al Ministro dell’Economia

Fabrizio Saccomanni

                                        

Al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali

Enrico Giovannini 

 

Al Presidente Commissione diritti umani del Senato

Sen. Luigi Manconi

 

Nelle loro sedi

 

Anticipata via fax

 

Oggetto: Livelli Essenziali di  Assistenza  e Nomenclatore tariffario

 

            Illustrissimi,

 

desideriamo richiamare la Vostra attenzione, e proporre alcune soluzioni, sui problemi gravi e urgenti che caratterizzano il settore della disabilità e della non autosufficienza nel nostro Paese.

L’Italia presenta carenze evidenti all’interno del proprio sistema di sanità e di salute. Oltre a macroscopiche disomogeneità geografiche sul livello dei servizi disponibili, colpiscono le lacune di alcuni settori specifici, primo fra tutti quello delle persone disabili e non autosufficienti.

            Il 31 dicembre 2012 sarebbe dovuto essere emanato, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano il decreto sui LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e il 31 maggio 2013 sono scaduti i termini per l’aggiornamento del Nomenclatore tariffario: nulla è stato fatto per i malati.

 

            Cambiano i governi, e i ministri uscenti lasciano solo buoni propositi ma nessun cambiamento in vigore. Tutto ciò lede i diritti dei malati.

            Il mancato aggiornamento del Nomenclatore, in particolare, è fatto di estrema gravità perché i Ministri  competenti sono su questo formalmente inadempienti dal 2000, termine previsto dal Decreto del Ministero della Sanità del 27 agosto 1999 n.332 (Art. 1 e 11); il danno subito dalle persone disabili e  non autosufficienti è di grandissima rilevanza tenuto conto che i contenuti dell’attuale Nomenclatore risalgono agli inizi degli anni ’90, un periodo da ritenersi ormai antico relativamente all’evoluzione delle tecnologie biomediche.

A livello tecnico già dal 2007-2008 una apposita commissione ministeriale aveva avanzato proposte condivise e i successivi Ministri della Salute avevano predisposto aggiornamenti rimasti inspiegabilmente fermi, anche perché il problema di eventuali coperture non sussiste, tenendo presente quello che già si spende (in modo discrezionale e penalizzante per i disabili) e la limitatezza dei valori in gioco rispetto alla generale spesa sanitaria.

            Oggi la spesa per l’erogazione di ausili alle persone con disabilità, secondo le dichiarazioni dello stesso Ministro della Salute, viene per circa un terzo delle prestazioni sperperate a causa di “prescrizioni inappropriate ed errate”, sperpero a cui si aggiunge l’ormai totale assenza di corrispondenza tra le tariffe indicate nel Nomenclatore (risalenti a valutazioni degli anni 1999 e preced.) ed il valore reale dei dispositivi che vengono forniti oggi: uno spreco inaccettabile di risorse a fronte di bisogni reali e di diritti incontestabili che solo grazie a “virtuose” deroghe alla legge, tutt’ora vigente ma inaccettabilmente superata, possono ricevere risposte adeguate:

–         una revisione della lista delle tipologie di ausili erogabili con l’eliminazione di quelle obsolete a fronte dell’inclusione delle nuove tecnologie (che possono essere anche meno costose rispetto a quelle nomenclate);

–         un più efficace sistema di identificazione dei dispositivi erogabili attraverso la registrazione approvata da un’apposita commissione simile a quella del farmaco, dei modelli fornibili (così come avviene in tutta Europa ed in tutti i paesi civili del mondo) in un “Repertorio” degli ausili tecnici,  peraltro già previsto dalla legge finanziaria 2006 – art. 292 comma b),  permetterebbero da soli  e “a costo zero” l’eliminazione della quasi totalità delle forniture difformi, “discrezionali” ed incontrollabili in quanto ad appropriatezza e congruità, che costituiscono il vulnus più appariscente e più grave dell’attuale sistema.

Le persone disabili hanno il diritto di conoscere con chiarezza e senza ambiguità quali sono i dispositivi a cui hanno effettivamente diritto, senza sottoporsi ad umilianti mercanteggiamenti per sapere se un determinato prodotto può essere ottenuto gratuitamente oppure no, oppure tra quali modelli di ausilio sia possibile effettuare la scelta;  l’Associazione Luca Coscioni da anni si batte per i loro diritti e per il dovere da parte delle istituzioni di garantire condizioni di vita accettabili, possibili e degne di un Paese sviluppato come l’Italia.

 

In questa situazione, così come in passato Luca Coscioni, l’Associazione che porta il suo nome, esponenti e parlamentari radicali in più occasioni si sono adoperati affinché venisse garantita a tutti la giusta assistenza:  azioni parlamentari, scioperi della fame, mobilitazioni pubbliche.

            Le richieste dell’Associazione Luca Coscioni al Ministero e al Governo sono dunque le seguenti:

 

·         approvazione immediata dell’aggiornamento del Nomenclatore;

 

·         emanazione del decreto sui LEA.

 

Ricordiamo che per porre fine allo scandalo ultradecennale del mancato aggiornamento del Nomenclatore nulla osta a che esso sia adottato separatamente, ove la complessità dei LEA comporti una procedura meno immediata.

 

Certi di un cortese riscontro, porgiamo distinti saluti

 

Roma 25 ottobre 2013

 

Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni

 

Gustavo Fraticelli, co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni

 

 

Maria Teresa Agati, presidente C.S.R. (Centro Studi e Ricerche Ausili per persone disabili)

 

Marcello Crivellini, Docente di Analisi e organizzazione di sistemi  sanitari al Politecnico di Milano