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I partecipanti alla sesta sessione del Congresso Mondiale per la Libertà di Ricerca Scientifica, tenutosi ad Addis Abeba, Etiopia, il 25 e 26 febbraio 2020 presso la sede dell’Unione africana, intitolato “Il diritto a godere dei benefici della scienza, una prospettiva africana” ringraziano la Commissione dell’Unione africana, nella persona della Professoressa Sarah Mbi Enow Anyang Agbor, Commissaria per la Scienza e la Tecnologia, e Science for Democracy per aver promosso l’evento e l’Associazione Luca Coscioni per averlo organizzato.
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La qualità delle discussioni e gli scambi che ha generato, l’interazione intellettuale di persone con specialità e percorsi diversi ha arricchito il dibattito incentrato sull’Africa sul potenziale terapeutico delle cellule staminali, l’importanza della medicina genetica e di precisione, i diritti e la salute sessuali e riproduttivi, le nuove tecniche di coltura e l’introduzione sul mercato di prodotti più sicuri, oltre che un accesso più aperto a scienza e dati sostenuto dalla promozione dell’uso civile dell’intelligenza artificiale. I lavori del Congresso, insieme a questo documento, dovranno adesso essere condivisi in diverse circoscrizioni ovunque nel mondo in quanto trattano alcune delle tematiche più urgenti che l’umanità sta fronteggiando.
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Ciò che le sessioni del Congresso Mondiale hanno identificato negli anni si è dimostrato centrale nell’agenda internazionale su temi legati a progresso umano, sviluppo sostenibile e in particolare alla promozione del “diritto alla scienza” con tutte le sue implicazioni, come contenuto nell’articolo 15 del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali:
- Gli Stati parti del presente Patto riconoscono il diritto di ogni individuo: a) a partecipare alla vita culturale; b) a godere dei benefici del progresso scientifico e delle sue applicazioni; c) a godere della tutela degli interessi morali e materiali scaturenti da qualunque produzione scientifica, letteraria o artistica di cui egli sia l’autore.
- Le misure che gli Stati parte del presente Patto dovranno prendere per conseguire la piena attuazione di questo diritto comprenderanno quelle necessarie per il mantenimento, lo sviluppo e la diffusione della scienza e della cultura.
- Gli Stati parte del presente Patto si impegnano a rispettare la libertà indispensabile per la ricerca scientifica e l’attività creativa.
- Gli Stati parte del presente Patto riconoscono i benefici che risulteranno dall’incoraggiamento e dallo sviluppo dei contatti e dalla collaborazione internazionale nei campi scientifico e culturale.
Rafforzando quindi lo Stato di Diritto.
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I Partecipanti salutano il Commento Generale sulla Scienza preparato dal Comitati delle Nazioni Unite sui diritti Economici, Sociali e Culturali, approvando appieno il documento quando dice che:
Questa serie di diritti, libertà, doveri o obblighi relativi alla scienza, analizzata nel presente Commento Generale, potrebbe essere riunita in un unico ampio concetto chiamato diritto umano alla scienza, nello stesso modo in cui, ad esempio, il diritto umano alla salute comprende una serie di diritti e libertà. Questo approccio e questo nome sono già stati adottati dal Relatore speciale per i diritti culturali, dall’UNESCO, da alcune conferenze e summit internazionali e da alcune importanti organizzazioni e pubblicazioni internazionali.
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I Partecipanti si appellano all’ONU affinché sviluppi linee guida sulla base del Commento Generale per assistere gli Stati Membri a condividere i loro sforzi verso l’implementazione dei molti aspetti del “diritto alla scienza”, credendo che il suo pieno godimento possa contribuire strutturalmente al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e diventare un pilastro del consolidamento futuro dell’Agenda 2063, che ha come obiettivo quello di raggiungere gli obiettivi africani di sviluppo inclusivo e sostenibile, unità, auto-determinazione, libertà, progresso e prosperità.
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L’alfabetizzazione e la comunicazione scientifica dovrebbero essere promosse e migliorate per assicurasi che tutti gli individui abbiano accesso a informazioni affidabili e aggiornate. I Partecipanti credono che la libertà di ricerca, la condivisione della conoscenza e il diritto di tutti a godere dei benefici della scienza dovrebbero essere presi sistematicamente in considerazione nel processo della presa di decisioni.
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Le diverse sessioni del Congresso hanno sottolineato il bisogno di dirigere investimenti sostanziali verso capitale umano, salute, istruzione e servizi agricoli, oltre che un miglioramento della situazione delle donne in quanto importanti risorse di welfare, benessere e sviluppo sostenibile delle società.
I Partecipanti credono che i sistemi di valutazione della scienza e le strutture di ricompensa esistenti siano ostacoli ad un’ampia implementazione della Scienza Aperta, e si appellano per un cambiamento in linea con le raccomandazioni dell’UNESCO. A questo fine, i Partecipanti si appellano alle Nazioni unite affinché venga stabilito uno Special Rapporteur sul “diritto alla scienza” per meglio monitorare l’implementazione dei diversi aspetti del diritto contenuti nel Commento Generale.
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Il “diritto a godere dei benefici della scienza”, in particolare, insieme alle discussioni sul principio di precauzione, dovrebbe guidare un approccio alle decisioni sugli ultimi sviluppi della ricerca scientifica e le sue applicazioni inclusivo, olistico e basato sulle evidenze con la speranza di coinvolgere quanti più Stati e parti in causa possibili, in un processo normativo che può solo essere trans-nazionale.
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I Partecipanti ritengono che la parità di genere nella Scienza, Tecnologia e Innovazione (STI) sia cruciale e urgente. A questo fine, i Partecipanti si appellano per un monitoraggio del progresso in termini di parità di genere e una pari partecipazione ai campi STI. Azioni volte a supportare gli sforzi nella promozione della diversità di genere nelle STI dovrebbero essere prioritarie in tutti i paesi.
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I partecipanti invitano gli Stati Membri dell’Unione africana a iniziare tutti i passi procedurali necessari per ratificare il Protocollo Opzionale del Patto internazionale sui diritti Economici, Sociali e Culturali, adottato dall’Assemblea Generale dell’ONU il 10 dicembre 2008, che è entrato in vigore il 5 maggio 2013. Il protocollo stabilisce un sistema di reclami individuale per il Patto che può assistere gli Stati nel far fronte al bisogno di aggiornare la legislazione a proposito dei temi economici, sociali e culturali, inclusi tutti gli aspetti afferenti alla scienza.
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Per quanto riguarda le relazioni multilaterali, i Partecipanti credono che la nozione di “paese terzo”, come quella prevista nel prossimo nono programma quadro dell’Unione europea, Horizon Europe, dovrebbe essere aggiornata con particolare attenzione ai temi discussi al Sesto Congresso Mondiale in modo da favorire il “diritto alla scienza”.
I Partecipanti si appellano quindi all’Unione Europea affinché prenda in considerazione le peculiarità e la complessità presentate dal continente africano nel valutare i criteri di apertura verso i paesi terzi per la partecipazione ai programmi dell’Unione. Dovrebbe essere data particolare attenzione agli effetti benefici che tale partecipazione avrebbe sul benessere dei cittadini, garantendo politiche sui diritti di proprietà intellettuale giuste e trasparenti.
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I Partecipanti si impegnano a perseguire gli obiettivi stabiliti in queste raccomandazioni del Sesto Congresso Mondiale e restano disponibili a cooperare tra di loro per perseguire l’implementazione di queste raccomandazioni.
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I Partecipanti sperano che la prossima sessione del Congresso Mondiale sarà organizzata in una regione del mondo dove particolari sforzi sono necessari per promuovere e proteggere il “diritto alla scienza” per la promozione del benessere individuale e della società e invitano i promotori e gli organizzatori a guardare di nuovo verso l’Africa come possibile sede.
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.