L’antiproibizionismo di nuovo sul Financial Times

Financial Times

Oggi, 1 aprile 2020, i temi dell’antiproibizionismo sono nuovamente finiti sul Financial Times, il più prestigioso giornale finanziario al mondo. Guido Long dell’Associazione Luca Coscioni ha scritto una lettera in risposta alla notizia dell’accusa a Maduro da parte degli Stati Uniti di “narco-terrorismo”. Come al solito gli USA usano il proibizionismo come scusa per raggiungere i loro obiettivi politici, nel totale disinteresse della salute dei loro cittadini.

Ecco il testo della lettera tradotto in italiano

Gli Stati Uniti usano le droghe come pretesto per guadagno politico

Il vostro rapporto “US charges Venezuela’s Nicolás Maduro with narco-terrorism” (FT.com, 27 marzo) è un’ulteriore prova del fatto che il proibizionismo è semplicemente un mezzo per un fine. E quel fine non è la salute pubblica, ma il guadagno politico. In passato si trattava di discriminare minoranze come gli afro-americani (che usavano prevalentemente la cocaina), i messicani (cannabis) e gli asiatici (oppio). Ora si tratta di deporre un leader straniero.

Non c’è dubbio che Maduro sia un tiranno e un criminale, me le sue vittime principali sono i venezuelani, non gli americani. L’accusa di aver usato la cocaina “come arma” è risibile, non da ultimo perché in America il maggior problema legato alle droghe al momento è l’epidemia di oppiacei. La sua causa però non può essere trovata in un leader straniero, ma in un sistema sanitario viziato in cui i medici troppo spesso mettono il profitto sopra la salute pubblica. Politiche sulle droghe controproducenti e approcci conservatori hanno fatto il resto.

Finché la vendita non sarà legale e regolamentata dallo stato, il mercato nero dovrà inevitabilmente intervenire. Chi usa droghe dovrebbe essere trattato come un essere umano (o un paziente, in caso di uso problematico). I dittatori devono essere trattati come tali, e termini inventati come “narco-terrorista” non sono necessari.