La lettera di Gilberto all’Associazione Luca Coscioni

Cara Associazione Luca Coscioni, Complimenti per l’ennesima iniziativa volta a sensibilizzare opinione pubblica e a responsabilizzare, si spera il legislatore.

Accingendomi a scrivere era mia intenzione farvi un quadro generale della mia situazione ma la mia angoscia, sfiducia e le pessime condizioni psicofisiche hanno preso il sopravvento.

Cerco comunque di illustrare nel migliore dei modi la mia condizione e il mio, ignorato, punto di vista:

Mi chiamo (…) e vivo a (…) ho 53 anni da 10 anni combatto contro un tumore al fegato, nel marzo 2011 ho effettuato il trapianto ed è andato bene, cosi sembrava, quando tre mesi fa mi diagnosticano lo stesso tumore con l’aggiunta che non è possibile effettuare alcuna terapia se non quella di tipo “palliativo  terminale” e fin qui va bene, bisogna rassegnarsi all’evidenze scientifiche, il problema è nato quando io ho tentato di consegnare alle autorità mediche il mio testamento biologico, secondo lo schema da voi gentilmente predisposto.

Nessuno ha voluto accettare le mie carte, io sono comunque riuscito a lasciarne copie a parenti ed amici, ben sapendo come vanno a finire queste cose nella nostra incivile legislazione. Quanto premesso per passare alla Vostra iniziativa di AAA Cercasi Malati ecc.. e per comunicarvi i motivi della mia richiesta di adesione per eventuali spot. Perché scelgo l’eutanasia: ho 20 – 40 giorni di vita e fino ad oggi non ho ancora perso totalmente la mia autonomia ma è veramente questione di giorni, il tumore mi sta asciugando e comincerò presto a perdere l’uso degli arti con tutte le relative conseguenze. (…).  Considerato che morendo qualche giorno prima non perderei la mia dignità, né proverei vergogna e disagio del mio stato di salute e soprattutto eviterei di soffrire solo come un cane in mezzo a mille dolori vi rinnovo la mia disponibilità e il mio interesse verso la vostra campagna.