Il commento di Filomena Gallo: “La rimozione del divieto non comporterebbe un vuoto normativo, perché le tecniche eterologhe sono legali dal 2014: la modifica della legge sarebbe un passo necessario per garantire pari diritti alle donne che provano a diventare madri”
Oggi si è tenuta l’udienza pubblica davanti alla Corte costituzionale relativamente al divieto di accesso alle tecniche di fecondazione assistita per le donne singole. Il caso nasce da un incidente di costituzionalità sollevato dal tribunale di Firenze a seguito del ricorso presentato per Evita a causa del diniego di accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA), previste solo per le coppie eterosessuali stabilmente conviventi o coniugate (articolo 5 della legge 40 del 2024). Nel procedimento dinanzi al tribunale di Firenze sono stati ammessi gli interventi di Serena, anche lei donna singola, che chiede l’accesso alla PMA e dell’Associazione Luca Coscioni in rappresentanza dei propri associati. Oggi sono tutte parti del giudizio in Corte.
In udienza hanno discusso, per il collegio legale, le avvocate Filomena Gallo, Maria Elisa D’Amico, Benedetta Liberali e Paola Stringa. Il Collegio è altresì composto dagli avvocati Irene Pellizzone, Francesca Re, Angelo Calandrini, Gianni Baldini, Rocco Berardo e Alessia Cicatelli.
Nel corso dell’udienza, la difesa ha sottolineato la necessità di rimuovere il divieto che attualmente impedisce alle donne senza un compagno o un marito di accedere alle tecniche di fecondazione assistita. L’avvocata Filomena Gallo, durante la discussione, ha evidenziato che “la Corte costituzionale, nel corso dei 21 anni di vigenza della legge 40 del 2004, ha già avuto un ruolo fondamentale nel ripristinare la legalità costituzionale e nell’affermare i diritti fondamentali. Ci sono state cinque dichiarazioni di incostituzionalità, che hanno avuto effetti concreti e tangibili: famiglie con bambini che crescono e che sono il futuro del nostro Paese. La genitorialità, anche sulla base della giurisprudenza della Consulta, è basata, correttamente, sull’assunzione di responsabilità, che deve esserci a prescindere dal legame biologico e genetico, così come dallo status sociale, economico e quant’altro. Cancellare il divieto di accesso a queste tecniche per le donne singole non determina alcun vuoto normativo”.
In particolare, è stato evidenziato in discussione che “l’ultima relazione al Parlamento sull’applicazione della legge 40, riporta che il numero di bambini nati grazie alle tecniche di fecondazione assistita è aumentato del 30,24% rispetto al 2015. Nel 2022 sono stati registrati 16.718 bambini nati tramite PMA, che corrispondono al 4,25% del totale dei nati in Italia. Questo dato evidenzia la crescente domanda di accesso a queste pratiche”.
Intanto, l’Associazione Luca Coscioni ha lanciato la campagna PMA per tutte, che in poche ore ha superato le 10mila firme, per chiedere che anche le donne singole possano diventare madri con la fecondazione assistita.
Il collegio legale confida in una decisione positiva della Corte, che rimuova un altro ostacolo nelle scelte riproduttive.
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.