Nella Capitale si conta una DAT ogni 458 abitanti: a livello nazionale, se ne conta una ogni 213. Le informazioni sono confuse, i dipendenti poco formati e gli uffici quasi mai aperti
L’Associazione Luca Coscioni ha condotto un’indagine sullo stato di applicazione della legge sul Testamento Biologico nel Comune di Roma, con lo specifico fine di verificare tempi, modalità e, nel caso, lacune della procedura di deposito delle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) nella Capitale.
Innanzitutto grazie a un accesso agli atti sui 121 Comuni della Città metropolitana di Roma Capitale, a cui hanno risposto 74 Comuni, è emerso che da quando è entrata in vigore la legge (inizio 2018) a oggi, sono state depositate 9.235 DAT, e quindi solo 1 ogni 347 abitanti, uno dei valori più alti in Italia, che relega la città metropolitana capitolina in coda alla classifica delle province italiane (95° su 107).
Nella Capitale, il dato sembrerebbe più positivo di quello metropolitano: con 5.074 testamenti biologici depositati, si conta una DAT ogni 458 abitanti.
Tuttavia il diritto ad autodeterminarsi nelle scelte del fine vita sembra essere ancora scarsamente fruibile. Fra i motivi della scarsa fruizione di tale libertà civile, oltre all’assenza di una campagna informativa da parte del Ministero della Salute, della Regione, del Comune e delle aziende sanitarie, vi è anche un grave ostruzionismo istituzionale dato da complicazioni burocratiche e forte disorganizzazione interna ai municipi che non consente al cittadino di depositare, in modo agevole, le proprie volontà.
L’Associazione Luca Coscioni ha così condotto un’ulteriore indagine grazie all’impegno di 25 volontari, che hanno provato a depositare le proprie DAT presso i 15 Municipi della Capitale. Ne è uscito un quadro sconfortante.
- Il tempo medio di attesa per il primo appuntamento è di 37.5 giorni.
- Nel caso in cui, per mancanza di documenti o altri motivi, non fosse possibile depositare il proprio testamento biologico al primo appuntamento e fosse necessario programmarne un secondo, il tempo di attesa per quest’ultimo è in media di 18 giorni. In entrambi i casi sono tempi eccessivi, soprattutto per tutte quelle persone che in breve tempo si devono sottoporre ad operazioni chirurgiche che possono comportare complicanze e in generale per i malati che vedono così gravemente compresso il loro diritto ad autodeterminarsi;
- Il 20% dei municipi/uffici, nei propri siti istituzionali, non contiene alcun richiamo al servizio di deposito DAT né indica la procedura da seguire per la loro redazione e successivo deposito;
- In 10 municipi su 15 è ricorrente l’apertura degli uffici per il deposito delle DAT in un solo determinato giorno della settimana (in alcuni casi si parla anche di un solo giorno al mese);
- In 8 municipi su 15 le procedure per il deposito appaiono confuse e addirittura vi sono indicazioni discordanti tra il sito e quelle comunicate direttamente dall’ufficio comunale;
- Infine in 4 municipi è possibile prendere appuntamento solo tramite email, impedendo di fatto a un’importante fetta della popolazione, soprattutto quella più anziana, di richiedere in autonomia un appuntamento per il deposito delle proprie DAT.
“L’indagine condotta grazie alla Cellula Coscioni di Roma mette in luce e documenta come l’applicazione della legge sia ostacolata dalla burocrazia dei municipi. Un tempo di attesa medio di 37,5 giorni (con picchi di attesa fino ai 6 mesi) non è compatibile con le esigenze di chi, in attesa di importanti operazioni o in presenza di patologie, vuole esercitare il proprio diritto a depositare e far rispettare le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, né con chi ha l’esigenza di modificare celermente le proprie DAT – dichiarano Filomena Gallo e Matteo Mainardi, Segretaria e coordinatore campagna Eutanasia Legale dell’Associazione Luca Coscioni. L’indagine ha messo inoltre in luce l’impreparazione dei dipendenti dei municipi nel dare informazioni corrette sull’iter da seguire per depositare la propria DAT: spesso i cittadini non vengono informati di dover portare con sé nel giorno dell’appuntamento documenti aggiuntivi scaricabili dal sito del Comune (documenti aggiunti dalla burocrazia capitolina e non previsti in nessun altro Comune) costringendo le persone a dover prendere un secondo appuntamento per il deposito delle proprie DAT, continuando ad allungare i tempi di attesa.
“In ultimo – concludono – si è riscontrata la previsione da parte di diversi municipi di prenotare l’appuntamento solo online tramite email nonché di scaricare e stampare in autonomia documenti presenti sui siti istituzionali, previsione che esclude dalla possibilità di depositare una DAT una grossa fetta della popolazione anziana della Capitale.
Di fronte a questi dati non stupisce che Roma sia in fondo alla classifica nel rapporto DAT depositate/abitanti. Ci appelliamo al Sindaco e ai Presidenti dei Municipi per porre al più presto rimedio agli ostacoli al rispetto della legge posti in essere dalle burocrazie locali”.
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.