Incontro Coronavirus, Scienza e Diritti: il resoconto della seconda sessione

“La scienza è la guida, l’unica strada da seguire per uscire da questa emergenza”. Marco Gentili, co-Presidente dell’Associazione Luca Coscioni, ha dato il via con questo messaggio al secondo incontro online organizzato dall’Associazione sull’emergenza coronavirus.

Una serie di dirette web, in onda ogni sabato mattina su GoToWebinar, Facebook, YouTube e sito web, per promuovere un dibattito aperto, pubblico e concreto, con scienziati, accademici, politici e giuristi, condotto dai vertici dell’Associazione Marco Cappato, Filomena Gallo, Marco Perduca e il professor Michele De Luca. “Coronavirus Scienza e Diritti, affrontare l’emergenza, preparare il futuro”. Perché la conoscenza è la prima arma per combattere questo nemico invisibile.


– Ricerca è futuro –

A che punto è il vaccino per sconfiggere il coronavirus? E la sperimentazione delle terapie più efficaci? Guido Rasi, Direttore Esecutivo dell’EMA, ha portato all’incontro la voce ufficiale della Agenzia europea per i medicinali, spiegando che al momento sono al vaglio circa una cinquantina di proposte di vaccino. Parallelamente, sono iniziate le prime sperimentazioni su volontari sani, ma si tratta comunque di “un vaccino molto difficile e ci vorranno almeno 12-18 mesi per poter iniziare ad avviare le prime sperimentazioni sulle categorie più a rischio (operatori sanitari, forze dell’ordine, ecc.)”.

Per quanto riguarda la ricerca di nuove terapie, invece, Rasi ha sottolineato che al momento sono in corso diverse sperimentazioni su prodotti off label, registrati per altre indicazioni terapeutiche: oggi sono circa 20 le richieste di farmaci potenzialmente utili per la Covid, oltre ad almeno una decina di altre proposte al giorno ad un livello di ricerca ancora iniziale. Essenziale è, a questo proposito, un coordinamento europeo, che eviti un effetto dispersione sulle diverse strade intraprese, con 27 Paesi che seguono ognuno la propria strada.


– Un’Europa unita –

La condivisione e l’omologazione dei dati sull’emergenza Covid-19 sono i primi strumenti necessari che l’Unione Europea deve mettere in campo, per dare una risposta comune alla crisi che stiamo vivendo.

L’Associazione Luca Coscioni insieme a Eumans e ad altre organizzazioni europee ha, per questo, lanciato una petizione al Parlamento Europeo, affinchè organizzi uno spazio per l’elaborazione, la proposta e la mobilitazione di tutti gli strumenti possibili per fronteggiare la pandemia, in maniera condivisa e coordinata.

Un’iniziativa che, con oltre 7000 firme in poche ore, rappresenta “la prima occasione pubblica in cui si affronta tema di risposta comune al coronavirus”, come ha sostenuto Lia Quartapelle, Capogruppo Deputati PD Commissione Esteri, intervenuta all’incontro. Mai come ora, nel nome di una grande solidarietà transnazionale d’emergenza, un dibattito europeo, partecipato e trasparente, è fondamentale.


– Open Science –

Sulla necessità di accesso e libera circolazione dei dati è intervenuto anche Enrico Bucci, PhD Adjunct Professor in Systems Biology Sbarro Health Research Organization della Temple University, che ha sottolineato come eventuali previsioni sull’andamento dell’epidemia in Italia siano al momento impossibili con i dati attualmente a disposizione, purtroppo soggetti a numerose distorsioni.

Per avere un’idea più accurata sullo stato dell’epidemia, soprattutto a livello locale, è necessario analizzare i dati di mortalità ed è per questo che è necessario “avere accesso al più presto a dati provenienti dalle anagrafi delle zone più colpite”. Inoltre, nonostante il “relativo rallentamento della crescita del contagio” al momento in Italia, come ha sottolineato il virologo Fabrizio Pregliasco, la curva non è ancora in fase calante e a destare preoccupazione, oltre ad una possibile esplosione di casi nella città di Milano, è il Centro-Sud Italia che, secondo Pregliasco, non ha ancora vissuto l’ondata più grande della epidemia e potrebbe soffrire parecchio, nel caso questo avvenisse.

L’unica via per evitare che ciò accada e proteggere le zone più deboli, non ancora colpite, è “proteggere gli ospedali e il personale sanitario”, come ha sottolineato Bucci.


– Scienza, diritti (e la politica?) –

Nonostante la fase ancora espansiva dell’epidemia e lo stato di piena emergenza ancora in corso, un pensiero al futuro è inevitabile, anzi doveroso. Quando ripartire? Ma soprattutto, come? Il dialogo tra scienziati e politici è cruciale in questa fase di gestione della crisi, ma ancor di più in quella di preparazione al domani.

Sul rapporto tra tra scienza, informazione e decisione politica sono intervenuti Marilisa D’Amico, costituzionalista, e Gilberto Corbellini, dirigente CNR e membro dell’Associazione Luca Coscioni, che hanno affrontato il problema del bilanciamento tra rischio e diritti, necessario in questo momento storico di crisi senza precedenti. Un equilibrio che, come ha sottolineato Giulio Enea Vigevani, professore di diritto costituzionale alla Bicocca di Milano, le Camere dovrebbero controllare, indirizzando il Governo verso un maggiore bilanciamento tra sicurezza pubblica e diritti fondamentali.

Un appello accorato alle Camere, affinché riprendano a riunirsi e a lavorare a pieno regime, è poi arrivato dai parlamentari presenti all’incontro, Ivan Scalfarotto, Riccardo Magi e Vittoria Baldino.


– Contro la fake science –

Comunicare meno e meglio. È il monito di Enrico Bucci a Istituzioni, mondo scientifico e organi di informazione. Un’opinione pubblica confusa e non informata correttamente aggrava la situazione e quindi la diffusione dell’epidemia. In un momento in cui il compito principale dei giornalisti non è più andare a caccia di notizie, ma filtrarle e selezionarle, i rischi di una informazione prodotta e comunicata in fretta, non verificata, sono enormi e possono provocare comportamenti scorretti.

Troppe analisi diffuse, troppe previsioni, troppi dati, spesso anche non rilevanti. Sono d’accordo Stefania Bettinelli, esperta in comunicazione e Gianluca Liut, avvocato: è necessario ridurre comunicazioni non scientificamente fondate, con una particolare attenzione all’aspetto psicologico nella comunicazione dell’emergenza.

Attenzione non solo alle fake-news, però. Anche la fake-science rischia di produrre danni enormi, ha sottolineato il professor Michele De Luca della Associazione Luca Coscioni. “Pseudo trials”, mal disegnati, mal riportati e mal pubblicati possono essere più letali del virus stesso.