Il testo approvato non vieta la gravidanza per altri, ma solo le sue forme di sfruttamento

È di oggi, giovedì 5 ottobre, la notizia dell’approvazione di una Proposta di Direttiva del Parlamento e del Consiglio europei (n. 2022/0426 COD) con cui si vorrebbe emendare la Direttiva 2011/36/UE in materia di prevenzione e di contrasto alla tratta di esseri umani e di protezione delle sue vittime.

In particolare, si è proposta la modifica dell’articolo 2, comma 3, della Direttiva europea del 2011 al fine di inserire tra le ipotesi di sfruttamento degli esseri umani, vietate dalla citata disposizione, anche la “maternità surrogata per sfruttamento riproduttivo“.

“Differentemente dalla narrazione immediatamente offerta dagli esponenti della maggioranza di Governo, il testo oggi approvato non vuole inserire la tecnica della gravidanza per altri, in ogni sua forma, tra le ipotesi di sfruttamento della donna, bensì solo quella avente una finalità di sfruttamento riproduttivo” ha dichiarato Filomena Gallo, avvocata cassazionista e Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni.

“La proposta di modifica della direttiva 2011/36/UE oggi approvata, dunque, si pone in piena continuità con la posizione già espressa dall’Unione Europea in materia: devono essere vietate le sole forme di sfruttamento della gravidanza per altri, tra cui ovviamente non rientrano le ipotesi di normativa che prevedono la gravidanza per altri nelle varie forme senza alcuna violazione dei diritti della persona e prevedendo il consenso libero e manifesto della gestante”.

“Non possiamo che salutare con favore le modifiche oggi proposte in quanto tese a contrastare eventuali forme di abuso e di sfruttamento riproduttivo che si pongono in continuità anche con la nostra Proposta di legge in materia di gravidanza per altri solidale. Nel testo da noi proposto abbiamo previsto, con l’articolo 10, delle modifiche al codice penale, in particolare all’articolo 600 rubricato ‘Riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù’. Abbiamo nello specifico previsto una ‘nuova’ forma di riduzione in schiavitù, ovvero quella di chi riduce o mantiene una persona in uno stato di soggezione continuativa costringendola a portare avanti una gravidanza per altri magari approfittando di una ‘situazione di necessità’, come previsto dalla norma.

La fattispecie nel suo insieme dunque intende prevenire tutte le forme di reificazione di una persona con conseguente annullamento della sua dignità. Abbiamo infatti ritenuto fondamentale prevedere una fattispecie specifica che tutelasse la gestante da qualsiasi forma di interferenza che potesse incidere sul proprio consenso e sulla propria volontà e dunque prevenire abusi potenzialmente connessi a questo tipo di percorsi”.

“Ora non resta che aspettare l’approvazione del testo proposto dall’intero Parlamento, la negoziazione con il Consiglio sul testo finale e la sua eventuale promulgazione per verificare se, a livello europeo, sarà normativamente previsto che la gravidanza per altri, ove posta in essere ai fini di sfruttamento riproduttivo, configuri l’illecito di sfruttamento di esseri umani.

Tale atto inoltre, renderà più forte anche la nostra proposta di legge che è stata depositata al Senato dal senatore Ivan Scalfarotto e alla Camera dall’onorevole Riccardo Magi. Ci aspettiamo che sia presto calendarizzata e che il tema sia finalmente trattato con il rispetto che la materia esige e non con proclami politici lontani dalla realtà dei fatti”.