“Il piano francese contro il flagello della non autosufficienza”

Carlo Troilo

“Le Monde” del 27 febbraio 2013 ha pubblicato un supplemento di otto  pagine dedicato al tema della non autosufficienza  delle sempre più numerose persone anziane. Un problema che riguarda tutto l’Occidente: nel 2050 il 10% della popolazione dell’OCSE avrà più di 80 anni.  Ne conseguirà un forte aumento dei costi per far fronte al problema della dipendenza: sempre  nei paesi OCSE la spesa media passerà dall’1,3% del  PIL nel 2007 al 2,9% nel 2050.I paesi europei si muovono su questo tema in ordine sparso. “Le Monde” traccia un quadro delle diverse soluzioni nazionali, soffermandosi su quella della Germania (una assicurazione obbligatoria pagata in parte dai lavoratori, in parte dalle amministrazioni e dalle imprese). L’Italia si basa soprattutto sul ricorso alle (o ai)  badanti.

Il ministro Michèle Delaunay, con delega alle persone anziane e all’autonomia, presenterà entro il 2013 un ddl, frutto del lavoro preparatorio di tre distinte commissioni di esperti (“La reforme de la dépendance”).Il governo è spinto ad affrontare questo problema anche dai risultati di un importante sondaggio, da cui è risultato che il 70% dei francesi vuole interventi risolutivi in questo campo, dichiarando di preferire, come soluzione, quella della permanenza a casa. “Le Monde” fornisce una serie di dati molto esauriente.

Il numero delle persone in situazione di non autosufficienza aumenterà  del 50% da qui al 2035. I francesi che aiutano un parente anziano con vari gradi di non autosufficienza sono 4,3 milioni.  La loro età media è di  59 anni. La metà  sono i figli della persona non autosufficiente; un terzo sono parenti. La maggior parte di loro dedica a questa attività sei ore al giorno. Più del 40%  soffre di fenomeni di depressione.

Le pensioni e le varie forme di aiuti oggi esistenti coprono solo una parte dei costi di assistenza.  Mediamente, mancano da 350 a 500 euro al mese, per cui le famiglie sono obbligate ad intaccare i loro patrimoni.

La spesa  complessiva annuale  per la non autosufficienza in Francia è di 34 miliardi l’anno: 24 vengono dallo stato (15 dalla Sicurezza Sociale, 5,3 dagli enti locali, il resto da altri fondi); 10 miliardi sono il costo sopportato dai privati. Questa spesa aumenterà ogni anno fino a richiedere, nel 2040, 10 miliardi l’anno in più.

Solo 5,5 milioni di francesi sono coperti da una polizza assicurativa specifica per la dipendenza.

Il governo francese, prima di affrontare il problema delle risorse aggiuntive necessarie, punta su due fattori che possono ridurre (o ritardare) la situazione di dipendenza e quindi i relativi fabbisogni finanziari: la prevenzione medica delle malattie legate all’invecchiamennto e le misure volte a mantenere  i non  autosufficienti a casa.  Nella prevenzione rientrano, fra l’altro,  la sorveglianza sui segni di perdita di autononia e  la lotta contro l’abuso di medicinali. Gli esperti pensano che queste misure possamo portare ad un risparmio di 10 miliardi l’anno.  Nella seconda linea di azione rientrano tutti quegli interventi volti a rendere sia le città sia le case (quelle esistenti e quelle future) adatte ad ospitare senza barriere i non autosufficienti.  La domotica e la robotica utilizzate a questi fini possono fra l’altro dar vita ad una nuova filera industriale con la creazione di molti posti di lavoro (oltre ai circa 350 mila posti che dovrebbero essere creati nei prossimi 10 anni per infermieri e personale specializzato nel  sostegno a domicilio).

Una delle principali  ragioni che inducono a preferire la soluzione “casa”  rispetto a quella “pensionato” è   il costo medio di questa seconda soluzione  (1.857 euro al mese).

L’aspetto che appare meno definito da parte del governo è quello della copertura finanziaria. Francois Hollande  ha dato come indicazione un finanziamento diviso fra solidarietà e responsabilità individuale. Naturalmente, gli aiuti pubblici saranno destinati principalmente a chi ha più bisogno.

Il problema è comunque ineludibile: i francesi devono abituarsi a convivedere con l’idea che oggi la vecchiaia può durare trent’anni. E devono organizzarsi di conseguenza.