Dedichiamo la Giornata mondiale della Sclerosi multipla 2020 a Davide Trentini

Davide Trentini giornata mondiale sclerosi multipla 2020

I piani di assistenza sono disomogenei e le scelte di fine vita restano ignorate

L’8 luglio 2020 riprenderà a Massa il processo che vede imputati per aiuto al suicidio Marco Cappato e Mina Welby.

Nella Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla 2020sabato 30 maggio, l’Associazione Luca Coscioni fa il punto della situazione sulla qualità dei servizi sanitari offerti in Italia, a sostegno delle persone affette da tale terribile patologia, con riferimento anche alle loro scelte di fine vita.

“In Italia il diritto alla cura per le persone affette da sclerosi multipla è tutelato. Permangono invece ad oggi significative problematiche sul piano dell’assistenza. Ogni Regione infatti ha propri percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali, non garantendo omogeneità di trattamento sul territorio nazionale e troppo spesso l’accesso a tali percorsi diventa un percorso ad ostacoli. Le regioni devono garantire ad ogni malato accesso completo alla diagnosi e all’assistenza cura”, ha commentato Filomena Gallo, avvocato e segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni.

“Il diritto alla cura dovrebbe andare di pari passo con il pieno rispetto delle scelte personali, qualsiasi esse siano. Attualmente è del tutto ignorato il piano individuale delle scelte di fine vita. Non possiamo dimenticare che anche con la malattia, qualsiasi essa sia, ogni persona mantiene il diritto di decidere sul proprio corpo. E sulla propria vita.

A tutto ciò il Parlamento dovrebbe dare una risposta. Eppure da oltre un anno ha abbandonato il dibattito sul tema. L’emergenza Covid qui non c’entra, è la volontà politica di affrontare un tema così difficile a mancare. L’8 luglio Mina Welby e Marco Cappato saranno a Massa per rivendicare un diritto umano negato a Davide Trentini e a tutte le persone, consapevoli, in condizioni irreversibili, ma le cui funzioni vitali, a differenza di Dj Fabo, non dipendono dall’uso di un macchinario. Anche se patiscono lo stesso dolore”.

Proprio tre anni fa Mina Welby e Marco Cappato offrirono a Davide Trentini assistenza al suicidio assistito, aiutandolo a raggiungere la Svizzera. Davide aveva 53 anni, ex barista, affetto da sclerosi multipla e residente in Toscana. Era malato da 24 anni e soffriva di dolori continui, contro i quali anche i farmaci non avevano più effetto. La definì “una liberazione, un sogno, una vacanza“.

Per averlo aiutato, Mina Welby e Marco Cappato stanno affrontando un processo al Tribunale di Massa che riprenderà l’8 luglio. Lì si deciderà se la condotta di Welby e Cappato è stata legittima anche in mancanza di una delle condizioni individuate dalla pronuncia n. 242/19 (il cosiddetto “caso Cappato\Dj Fabo”), ovvero se non è punibile chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio di una persona le cui funzioni vitali non dipendono dall’uso di un macchinario di sostegno vitale (quale, ad esempio, l’idratazione e l’alimentazione artificiale).

“Nell’attesa della decisione dei giudici, il Parlamento continua a essere silente e nel farlo si assume anche la responsabilità di un’altra omissione nei confronti dei cittadini che chiedono, anche tramite una proposta di legge popolare depositata nel 2013, che siano legalizzate tutte le forme di interruzione della vita, in determinate condizioni e con assistenza di terzi”, ha commentato Matteo Mainardi, coordinatore della campagna Eutanasia Legale dell’Associazione Luca Coscioni.