Giornata Mondiale Diritti Umani: ONU riconosca il diritto umano alla scienza

Da Dj Fabo a Djalali, in nome dei diritti degli indifesi ma anche degli scienziati: al via la raccolta firme

Tra i diritti umani violati, c’è anche la scarsa libertà di scienza: per questo, in occasione, della Giornata Mondiale dei Diritti Umani, ALC lancia un appello ai Governi e il Congresso Mondiale dell’11-13 Aprile 2018.

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L’Italia è 30esima nazione al mondo (su 46) per libertà di ricerca e autodeterminazione, dietro Vietnam, Singapore, Sud Africa, India e Israele.

Quando le Nazioni unite passano in rassegna il rispetto dei diritti umani degli Stati membri, raramente vengono sollevate questioni relative alla libertà di ricerca e al godimento dei benefici delle scoperte di scienziati.

La libertà di ricerca scientifica è un diritto umano internazionalmente riconosciuto, l’Italia non lo rispetta sistematicamente, e su alcune questioni cruciali arriva dietro Vietnam, Singapore, Sud Africa, India e Israele. Questo il frutto dell’indice di “libertà e autodeterminazione”, che è uno strumento per una valutazione comparativa del grado in cui i ricercatori, gli operatori sanitari e i pazienti godono del diritto alla scienza in tutto il mondo.

Tale lavoro è prodotto dall’Associazione Luca Coscioni sotto la direzione del Professor Andrea Boggio della Bryant University, sulla base di fonti pubbliche disponibili dal 2009 a oggi relative all’avanzamento della ricerca su embrioni, riproduzione medicalmente assistita, decisioni di fine vita, aborto e contraccezione.

Nella giornata che le Nazioni unite dedicano ai diritti umani, l’Associazione Luca Coscioni lancia un appello per il diritto umano alla scienza e ricorda come tutti i maggiori “strumenti internazionali sui diritti umani” facciano specifica menzione alla scienza e alla cultura scientifica e chiede che i governi condividano con le competenti agenzie dell’ONU informazioni dettagliate in merito al pieno rispetto di quanto previsto dallo Stato di Diritto internazionale.

Non esiste una lista degli scienziati o ricercatori incarcerati o perseguitati per le loro attività d’indagine, spesso l’arresto, o i problemi con la giustizia degli scienziati, sono legati a critiche pubbliche al proprio paese relative alla libertà di opinione o assemblea, intimamente legata alle attività di ricerca scientifica.

Fin dai tempi di Galileo Galilei, le attività di ricerca cozzano con i dogmi delle religioni e smontano pregiudizi e credenze di ogni tipo promuovendo l’uguaglianza nella società a partire dalla denuncia di discriminazioni sulla base del genere o l’appartenenza etnica.

“Alla denuncia contro le sistematiche violazioni dei dritti umani dei malati come Dj Fabo e degli  ultimi, vittime di conflitti, persecuzioni, soprusi, sfruttamenti e violenze, quest’anno vogliamo ricordare anche i diritti negati degli scienziati”, ha affermato Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni, “In particolare ci appelliamo all’Unione europea perché faccia tutto quanto in suo potere per salvare la vita di Ahmadreza Djalali, il ricercatore di origine iraniana in carcere a Teheran da quasi due anni accusato ingiustamente di spionaggio.”

“Da quasi dieci anni l’Associazione Luca Coscioni produce uno studio che monitora la libertà di ricerca scientifica e auto-determinazione con cui monitoriamo il progresso scientifico nel mondo tanto quanto le scelte riproduttive o il fine vita” ha detto Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione “si tratta di un altro modo di documentare come le libertà civili e i diritti umani vengono rispettati in tutto il mondo”

“La Dichiarazione universale dei diritti umani parla di scienza all’articolo 27”, ha concluso Marco Perduca che coordina le attività internazionali dell’Associazione, “stesso dicasi per altri patti e convenzioni internazionali; nel giorno dei diritti umani lanciamo un appello internazionale perché la libertà di ricerca tanto quanto il godere dei benefici delle più recente scoperte scientifiche divengano preoccupazione e occupazione strutturale degli Stati dell’ONU”. 

L’appello per il diritto umano alla scienza ed i suoi contenuti verranno discussi in occasione della quinta riunione del Congresso Mondiale per la Libertà di Ricerca Scientifica che l’Associazione Luca Coscioni organizza dall’11 al 13 aprile 2018 al Parlamento europeo di Bruxelles.


CHI E’ AHMADREZA DJALALI

Ahmadreza Djalali ha 45 anni ed è ricercatore presso l’Università del Piemonte orientale. Ha fatto ricerca anche in atenei belgi e svedesi nel campo della Medicina dei disastri.

Nell’aprile 2016 è stato arrestato durante un viaggio in Iran, paese di cui è originario.Parte della sua detenzione è avvenuta in isolamento e in assenza di un avvocato.

L’ottobre scorso Djajali è stato condannato a morte con l’accusa d’aver tradito la sua “patria” lavorando per il governo israeliano, che l’avrebbe pagato in cambio di informazioni sui programmi militari e nucleari iraniani. Non son state prodotte prove del “tradimento”.

Negli ultimi mesi, 130 tra senatrici e senatori di tutti i gruppi hanno lanciato un appello al Governo italiano perché scongiuri la condanna a morte di Djalali. A questa richiesta si è aggiunta quella di 75 premi Nobel e della European University Association che riunisce 800 atenei in tutto il continente.