Attraverso Freedomleaks è possibile il wistleblowing sulle condizioni inumane in carcere

Freedomleaks screenshot 2025

In risposta a un paio di punti cruciali del discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha invitato alla partecipazione civica e denunciato le condizioni inumane della detenzione in Italia, l’Associazione Luca Coscioni rende noto il sito FreedomLeaks.

Secondo il sito l’analista indipendente Marco Della Stella, al 1 gennaio 2025, sono 61.870 le persone detenute in un sistema che prevede circa 46.000 posti letto, che ha quindi un tasso di affollamento del 132,133%.

Si tratta di una pagina web che consente la denuncia partecipativa anonima tipica di quello generalmente chiamato whistleblowing. FreedomLeaks si rivolge a chi ha o ha avuto modo di entrare in carcere per impegni professionali, di assistenza sociale, educazione, formazione, difesa o parte di iniziative di volontariato oppure dipendente delle Asl.

Particolarmente puntuali e circostanziate potrebbero essere le informazioni condivise da dipendenti dell’amministrazione penitenziaria, o di quelle del personale medico e paramedico

FreedomLeaks permette di trasferire informazioni e segnalazioni relative al rispetto delle leggi che riguardano i diritti e le libertà delle persone in maniera sicura, riservata e anonima grazie alla piattaforma Globaleaks che consente di attivare un canale criptato per inviare le proprie segnalazioni. 

Dal sito occorre collegarsi al corrispondente indirizzo TOR, usando la sicurezza garantita dal TOR browser e condividere quanto visto durante la propria presenza in carcere.

L’Associazione Luca Coscioni auspica che la pubblicizzazione delle possibilità offerte da FreedomLeaks possa concorrere ad arricchire la conoscenza di come le istituzioni si comportano in ossequio ai loro obblighi di legge relativi al diritto alla salute in carcere.

Le testimonianze che arriveranno al sito sicuro non verranno rese pubbliche ma messe in relazione con i resoconti delle visite effettuate negli stessi istituti dalle Asl le cui relazioni sono state richieste a dicembre alle 102 Aziende sanitarie locali con formale accesso agli atti. Ad agosto 2024 l’Associazione Luca Coscioni aveva diffidato tutte le Asl competenti per la salute in carcere ad ottemperare ai loro obblighi previsti dall’ordinamento penitenziario di fornire servizi socio-sanitari e di ispezionare le strutture con particolare attenzione all’igiene e profilassi degli stessi.