La Cassazione ha confermato la validità delle firme depositate

Firme referendm Eutanasia Legale

“Un passo in avanti per la legalizzazione dell’Eutanasia”. Così Filomena Gallo sull’ok del Palazzaccio alle Firme referendum Eutanasia Legale

La Corte di Cassazione ha comunicato al Comitato promotore del Referendum Eutanasia legale, presieduto dall’avvocato Filomena Gallo, la validità delle firme sul referendum per l’abrogazione parziale dell’articolo 579 del codice penale sull’ “omicidio del consenziente”. Domani il Comitato presenterà le proprie osservazioni sul titolo del referendum. Il prossimo passaggio sarà quello del giudizio di ammissibilità in Corte costituzionale.

“È un altro passo verso la legalizzazione dell’eutanasia in Italia – ha dichiarato Filomena Gallo – lungo un percorso aperto dal coraggio di persone che si sono battute pubblicamente per vedere riconosciuto il diritto a non dover subire contro la propria volontà una condizione di sofferenza insopportabile. Il Parlamento, con il testo in votazione oggi in Commissione, ha scelto di eludere le questioni poste dal referendum e di limitarsi a tradurre in legge (in peggio) la sentenza della Corte costituzionale sul processo Cappato/Antoniani, sentenza che ha già valore di legge”.

Mentre la Cassazione dà il disco verde sulla validità delle firme Referendum Eutanasia Legale, in Parlamento si discute del suicidio assistito. Per Marco Cappato è “un passo indietro rispetto alla sentenza della Corte costituzionale”.

Si voterà infatti oggi nelle Commissioni congiunte Giustizia e Affari sociali della Camera dei Deputati il testo base a prima firma Bazoli (PD) e Provenza (M5S) per il recepimento della sentenza della Corte costituzionale 242/2019.

Secondo Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e promotore della campagna Eutanasia legale commenta: “Il testo in votazione rappresenterebbe, se approvato, un frettoloso passo indietro rispetto alla stessa sentenza della Corte costituzionale.

Dopo tre anni di attesa, i Parlamentari stanno dedicando poche ore per approvare norme che restringono l’applicazione della legge già in vigore grazie alla sentenza della Consulta, perché introducono l’obiezione di coscienza ed escludono la sofferenza di natura solo psichica. Il disegno di legge è un’occasione mancata perché non prevede termini certi per evitare boicottaggi istituzionali come quello in atto contro “Mario” nelle Marche e perché conferma la discriminazione dei pazienti che non sono “tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale”, come ad esempio i malati di cancro, che sono i casi più frequenti di richiesta di aiuto a morire”.

L’approfondimento di Matteo Mainardi sulle problematiche della proposta di legge in discussione alla Camera